Il dato

Losanna fa crack: prima in Svizzera per consumo della droga

È quanto emerge dall'analisi delle acque reflue effettuata dalla Confederazione che piazza la città vodese sul gradino più alto del podio assieme a Coira; seguono Svitto, Zurigo e Berna
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Red. Online
17.06.2024 09:02

Negli scorsi mesi a far parlare di sé per le problematiche legate al consumo di crack era stata Ginevra. Noi stessi avevamo tracciato una geografia dello spaccio nella città di Calvino dove, con l'arrivo nel 2021 di trafficanti che vendono piccole dosi pronte all'uso a prezzi molto bassi, il consumo di questa sostanza stupefacente è esploso. In Svizzera, tuttavia, la città più colpita dal fenomeno si trova sempre sul lago Lemano, ma è un'altra: Losanna. È quanto emerge dall'analisi delle acque reflue di dieci città effettuata nel 2023 dalla Confederazione e riportata dalla NZZ am Sonntag. L'anno scorso per la prima volta, infatti, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è stato in grado di identificare specificatamente le tracce di crack nelle acque reflue. A condividere il primo posto con la città vodese in questa poco edificante classifica è Coira. Seguono Svitto, Zurigo e Berna.

Ciò che emerge più in generale dai dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica è che in Svizzera si sta assistendo a un forte aumento del consumo di cocaina e derivati. Tra il 2021 e il 2023 , infatti, i residui di cocaina nelle acque reflue sono aumentati di un terzo. Come spiegare allora questa tendenza? Secondo la NZZ am Sonntag l'origine è da ricercarsi in un'Europa inondata da questa droga e dai suoi derivati e in un'offerta che si adatta al consumatore. Già, perché come accennato in apertura di articolo, oggi gli spacciatori propongono ai propri clienti dosi di crack pronte all'uso a prezzi irrisori. In passato, invece, le persone dipendenti dalla sostanza stupefacente dovevano prepararsi da sole la propria dose facendo bollire la cocaina con del bicarbonato di sodio in modo tale da ottenere i cristalli che vengono poi fumati.

Come spiegava il direttore di Villa argentina Mirko Steiner al nostro giornale nel settembre dell'anno scorso, a contribuire poi alla diffusione del crack alle nostre latitudini ci potrebbero poi essere fattori ambientali quali l’incertezza lavorativa, la fragilità giovanile e il disagio psico-sociale creato dalla pandemia con i suoi strascichi.

Anche il Ticino colpito dal fenomeno

Quello del consumo di crack non è un fenomeno limitato alla Svizzera francese e a quella tedesca: anche il Ticino è infatti interessato dal problema. Secondo la risposta del Consiglio di Stato a un'interpellanza del 2023 del deputato socialista Maurizio Canetta, nel nostro cantone fanno uso della «coca dei poveri» otto tossicodipendenti cronici su dieci. La sostanza è diventata più accessibile e questo, scrive il Governo, agli occhi dei consumatori ne banalizza la pericolosità.

Secondo il direttore di Villa Argentina Mirko Steiner, tuttavia, «in Ticino non esiste una scena aperta e visibile in luoghi pubblici come a Ginevra o Zurigo. Nel nostro territorio questi fenomeni sono più diluiti e meno evidenti, il consumo e lo spaccio avvengono nelle abitazioni». Nonostante le parole di Steiner, comunque, il fenomeno è comunque facilmente visibile anche nel nostro cantone: basta fare un giro al parco Ciani di Lugano. La «piazza» luganese è piccola: più che altro è un angolo, incuneato tra il Liceo Lugano 1, viale Cattaneo e il Palacongressi, dove si stima che tra 50 e 80 tossicodipendenti passino settimanalmente in cerca di dosi.

Alla ricerca di contromisure

La situazione che si sta delineando in Svizzera preoccupa la Commissione federale per le questioni relative alle dipendenze e alla prevenzione delle malattie non trasmissibili (CFDNT) che la settimana scorsa ha lanciato un appello urgente e ha formulato delle raccomandazioni per lottare in maniera efficace contro questo problema. Tra le raccomandazioni c'è il rafforzamento della riduzione dei rischi attraverso lo sviluppo di alloggi d'emergenza e spazi per il consumo controllato delle droghe.

Ricordiamo che, proprio per fronteggiare l'aumento del consumo di sostanze stupefacenti riscontrato a Losanna nell'aprile del 2023, la città vodese ha lanciato lo scorso autunno un progetto pilota per limitare il problema. È così nato alla Riponne l’Espace de Consommation Sécurisé (ECS), uno spazio volto a ridurre i rischi sanitari e sociali legati alla tossicodipendenza e a diminuire il malessere per gli abitanti. «Non si tratta di un luogo di distribuzione di prodotti né di vendita di droghe - spiegava la Città di Losanna -. Tuttavia, le persone possono consumare prodotti acquistati illegalmente in condizioni di igiene e dignità più accettabili rispetto all’assunzione in spazi pubblici». La filiale ECS della Riponne si aggiunge e completa il locale aperto nel 2018 di Le Vallon, troppo lontano dalle zone centrali frequentate dai tossicodipendenti.

Quella degli spazi di consumazione protetta non sembra comunque essere una soluzione efficace, almeno a Ginevra. I responsabili del Quai 9, la sala di iniezione vicina alla stazione Cornavin, infatti, non ritengono il proprio spazio adatto ai consumatori di crack. La decisione è stata presa per garantire la sicurezza del personale e degli altri utenti visto che questo tipo di sostanza stupefacente crea una forte dipendenza e provoca comportamenti aggressivi tra i consumatori.

Tra le altre misure volte a combattere le dipendenze, soprattutto da crack, individuate dalla CFDNT ci sono poi lo sviluppo di terapie innovative, l'attuazione di nuove strategie contro l'offerta di droga e un migliore scambio tra città e professionisti.

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