Mauro Ermani, l’Ufficio presidenziale si esprimerà in questi giorni
L’ultima parola spetterà all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Le dimissioni con effetto immediato inoltrate martedì dal giudice Mauro Ermani dovranno essere avallate dall’organo del Parlamento, che potrebbe pronunciarsi già entro la fine di questa settimana.
Tuttavia, la questione è lungi dall’essere pacifica: anche se le motivazioni addotte dal magistrato riguardanti il suo stato di salute non dovrebbero comportare particolari impedimenti, la questione potrebbe richiedere una riflessione più attenta da parte dei partiti. Questo in ragione del fatto che le discussioni divampate negli scorsi mesi sul cosiddetto «caos» al Tribunale penale cantonale hanno reso il clima incandescente. In particolare, con le dimissioni di Ermani, verrebbe infatti a cadere – come da noi anticipato – anche la procedura disciplinare avviata a suo carico dal Consiglio della Magistratura. Procedura, lo ricordiamo, avviata a seguito dei fatti segnalati da una segretaria del TPC alla Sezione delle risorse umane per un presunto caso di mobbing (poi smentito) messo in atto da una collega e, più in generale, per il clima pesante all’interno dell’istituzione. Incarto nel quale è poi confluito anche l’invio dell’immagine raffigurante due falli di plastica inviata da Ermani su WhatsApp, all’indirizzo di una segretaria.
I prossimi passi
Come detto, tuttavia, le motivazioni dietro le dimissioni di Ermani sono inattaccabili, in quanto riguardano il suo stato di salute che già oggi lo rende inabile al lavoro come comunicato ieri dal suo legale. Per l’Ufficio presidenziale sarà quindi difficile allontanarsi da una conclusione che pare ovvia. Tanto che la politica già in queste ore guarda avanti, riflettendo sui passi da intraprendere per garantire al più presto le necessarie forze al TPC. Al riguardo, sarà fondamentale capire le tempistiche sulla concessione o meno dell’effetto sospensivo richiesto dai giudici Francesca Verda Chiocchetti e Siro Quadri nel ricorso contro la loro destituzione decisa a metà dicembre dal CdM. Oggi, stando a nostre informazioni, l’organo di vigilanza ha inoltrato alla Commissione di Ricorso del Tribunale d’appello le ultime osservazioni. Considerando che si tratta di una procedura cautelare, la decisione è pertanto attesa nei prossimi giorni, in modo da garantire al più presto la nomina di un sostituto (già individuato).