Quartiere senza veicoli? Tutt'altro, c'è pure l'autosilo

Dalle locomotive e i carri merci alle automobili. Ovviamente stiamo esagerando, ma chi sognava il primo quartiere senza vetture in Ticino - l’Associazione traffico e ambiente ed alcuni politici progressisti della Turrita - dovrà rassegnarsi. Nel futuro comparto alle ex Officine FFS di Bellinzona verrà realizzato un posteggio sotterraneo di una novantina di stalli per i contenuti pubblici (come, ad esempio, il Parco dell’innovazione, l’amministrazione, le attività formative e quelle aggregative e culturali) e per i visitatori che andranno a trovare i residenti. È quanto specifica il Municipio rispondendo all’interrogazione presentata dagli esponenti del gruppo Verdi-FA-Indipendenti Sara Nisi, Lorenza Röhrenbach e Kevin Simao Ograbek.
Fra ricorsi e progettazione
«Ritenuto che, indipendentemente dai ricorsi, il Municipio, così come il Cantone e le FFS, ritiene il progetto di valenza strategica, si tratta di effettuare delle prime valutazioni e approfondimenti per poi essere pronti al momento che le scelte pianificatorie saranno cresciute in giudicato - specifica l’Esecutivo turrito -. Attualmente sono in corso degli studi di fattibilità per l’inserimento di un autosilo e per valutare i possibili contenuti dell’area dell’Almenda. Parallelamente sono in corso approfondimenti da parte di Cantone e FFS sullo stato del sedime (per quanto riguarda l’inquinamento, «rilevante» secondo il Governo, come abbiamo riferito il 24 agosto scorso; n.d.r.)».
Di fronte al ricorso inoltrato al Tribunale cantonale amministrativo contro il via libera del Consiglio comunale del 4 aprile 2023 alla variante pianificatoria del comparto che si svilupperà a tappe dopo il 2028, Sara Nisi e colleghi chiedevano come mai verranno investiti 250 mila franchi (come indicato a preventivo) per la progettazione dell’Almenda (il grande parco che abbraccerà la «Cattedrale») e per l’autorimessa. Il passo successivo - una volta che i giudici si saranno espressi in via definitiva e dopo che le valutazioni di cui sopra saranno concluse - sarà «un concorso che permetterà di sviluppare un concetto di massima» per il perimetro attorno al polmone verde.

Dove l’innovazione sarà di casa
Ma torniamo al parcheggio. A disposizione, dicevamo, degli utilizzatori di tre lotti ben definiti. Il primo, di proprietà comunale, sarà quello della «Cattedrale». L’imponente complesso per la manutenzione delle locomotive (100 metri di lunghezza, 30 di larghezza e 20 di altezza), bene culturale d’interesse cantonale, potrà ospitare spazi aggregativi, culturali, espositivi e d’interesse pubblico, commerciali e ristoranti e/o bar: «La diversificazione degli usi consentiti promuoverà la funzione di “magnete” per la popolazione anche in relazione al contesto spaziale in cui si colloca».
Massima flessibilità
Passeranno invece nelle mani del Cantone i lotti Ep5 e Ep6 destinati all’ubicazione del Parco dell’innovazione, di attività formative superiori (vale a dire universitarie e universitarie professionali: di sicuro la SUPSI con il Dipartimento tecnologie innovative, si aprono degli spiragli per la Scuola d’arti e mestieri) ed uffici amministrativi idealmente ad essi correlati. «Il ventaglio aperto delle destinazioni, senza maggiori specificazioni fra un lotto e l’altro, è inteso a garantire la necessaria flessibilità, considerato pure che non possono essere delimitate a priori in modo netto, rispettivamente che interazioni non solo devono essere ammissibili, ma rientrano nelle peculiarità proprie di simili attività», si osserva nel messaggio approvato quasi due anni or sono.
L’ospedale? Solo alla Saleggina
Nel nascituro quartiere, ribadisce infine il Municipio, non ci sarà spazio per il moderno ospedale che andrà a sostituire il vetusto San Giovanni. L’unico terreno idoneo per l’istituto è e rimane quello della Saleggina, come ci ha spiegato a chiare lettere il direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale Glauco Martinetti nell’intervista che ci ha concesso il 9 dicembre scorso. «L’accordo raggiunto con FFS e Cantone, che ha aperto la strada alla realizzazione del nuovo stabilimento industriale e manutentivo a Castione, prevede altra destinazione a quel comparto e non l’edificazione di un ospedale», chiosa l’Esecutivo cittadino.