Graz, il membro d'equipaggio di Swiss è morto per «danni cerebrali»
Ci sono novità sull’incidente occorso, il 23 dicembre scorso, al volo LX 1885 di Swiss partito da Bucarest e diretto a Zurigo. Come già riportato, l'aereo, costretto a un atterraggio di emergenza a Graz (Austria) a causa del denso fumo che aveva invaso la cabina e il cockpit, avrebbe riportato un guasto al motore «improvviso» e «precedentemente sconosciuto». Il 30 dicembre, la compagnia ha annunciato il decesso del suo membro dell'equipaggio ricoverato in terapia intensiva. La causa del decesso non era stata resa nota. Ma ora l'ufficio del pubblico ministero di Graz ha confermato al SonntagsBlick che è stata effettuata un'autopsia sul corpo: «La morte è sopraggiunta per danni cerebrali (edema e danno cerebrale ipossico)», ha dichiarato al giornale il portavoce Hansjörg Bacher.
In altre parole, il cervello è stato «massicciamente danneggiato» a causa di una grave mancanza di ossigeno. L'autopsia ha anche evidenziato un rigonfiamento del cervello e del cuore, nonostante la giovane età del collaboratore di Swiss (23 anni). Seguiranno esami chimici e istologici per scoprire «come si è verificato esattamente questo enorme danno cerebrale». Non è chiaro se ci sia un collegamento con la causa della morte, ha aggiunto Bacher. «Stiamo anche indagando sul ruolo svolto dalla maschera respiratoria che l'assistente di volo indossava».
L'indagine aperta dalla procura di Graz è per lesioni personali colpose e dipenderà dai risultati della perizia affidata a un esperto di aviazione. Anche il Ministero pubblico della Confederazione si è attivato. «Sebbene non sia stato aperto un procedimento penale», ha dichiarato al Tages-Anzeiger il portavoce Matteo Cremaschi, «sono in corso contatti con le autorità austriache e la collaborazione proseguirà nei prossimi giorni». La giurisdizione in questi casi è regolata da accordi internazionali. In base alla Convenzione di Tokyo, il Paese in possesso dell'aeromobile o lo Stato nazionale possono avviare le indagini.
L'equipaggiamento di sicurezza
Il membro dell'equipaggio morto in ospedale indossava un equipaggiamento protettivo per le vie respiratorie: il Protective Breathing Equipment (PBE), una sorta di casco che copre interamente la testa e ha un ampio campo visivo per non ostruire la vista. Un circuito chiuso fornisce agli utenti ossigeno generato chimicamente, secondo le necessità, per evitare la contaminazione dei polmoni da parte del fumo.
La maschera di respirazione dell'assistente di volo è quindi finita sotto esame. Senza dimenticare un dettaglio: nell'ottobre del 2023, Swiss aveva annunciato la sostituzione dei dispositivi di protezione utilizzati in precedenza. Ma la compagnia non aveva ancora completato il processo.
Swiss: «Sbagliato parlare di maschere difettose»
Swiss non ha voluto né confermare né smentire se il personale del volo LX1885 indossasse effettivamente il PBE. La compagnia sta lavorando a stretto contatto con le autorità, si è limitata a rispondere al Tages-Anzeiger. Ma, la portavoce ha pure voluto precisare che «sarebbe sbagliato parlare di maschere difettose». Le maschere protettive in questione sono certificate e vengono utilizzate da molte compagnie aeree in tutto il mondo. La maggior parte degli aerei svizzeri è ora dotata di maschere protettive di un altro produttore come misura precauzionale. La sostituzione dei modelli interessati è ancora in corso. Secondo la pianificazione attuale, tutte le maschere dovrebbero essere sostituite nel corso del primo trimestre del 2025.
La decisione di sostituirle è stata presa, come detto, nell'ottobre 2023 «di nostra iniziativa», ha aggiunto la portavoce. «Non c'erano istruzioni ufficiali o normative». Tuttavia, test approfonditi avevano dimostrato che le maschere dell'altro produttore offrivano vantaggi in termini di funzionalità e maneggevolezza. «Per questo motivo abbiamo deciso di sostituirle, ribadisco, come misura precauzionale».