I cassonetti della discordia
A Brione sopra Minusio c’è chi non ci sta. E ritiene che i cassonetti per i rifiuti, destinati a sparire alla fine del mese, debbano invece rimanere al loro posto. Così, promossa da sei privati cittadini di colori politici diversi, è scattata l’iniziativa popolare. La rimozione dei cassonetti, ricordiamo, è prevista nell’ambito della riorganizzazione della raccolta dei rifiuti, della quale il nuovo ecocentro tra via Brione e via Storta è primattore. Con l’apertura della struttura, infatti, il Municipio ha previsto di centralizzare la raccolta dei rifiuti con l’obiettivo di ridurre i costi, contrastare gli abusi e risolvere il problema del disordine e della sporcizia nel comune. Il costo da pagare – oltre agli 820.000 franchi per la costruzione dell’ecocentro – è però la rinuncia appunto alla quarantina di cassonetti dislocati sul territorio.
Solo un piccolo aumento
Per gli iniziativisti, però, la rimozione de cassonetti è un prezzo troppo alto. E questo perché bisogna tenere conto della morfologia del comune collinare, del fatto che molti anziani non hanno la macchina e così via. Per l’Esecutivo, ci viene spiegato, mantenere il doppio sistema di deposito dei rifiuti inciderebbe di molto sulla tassa base, portandola (prendendo l’esempio che quella più in voga nella località) da 85 a 130 franchi. Mentre secondo i promotori della raccolta firme l’incidenza sarebbe di 4-5 franchi al massimo. Un piccolo aumento nel nome della socialità, del sostegno agli anziani e anche a favore dell’ambiente, perché c’è chi l’ecocentro lo «deve» raggiungere in macchina.
Necessarie circa 60 firme
Per riuscire, l’iniziativa deve raccogliere l’adesione del 15% degli iscritti in catalogo in tre mesi. A Brione è dunque necessaria una sessantina di firme, che porterebbero ad esprimersi il Legislativo e, nel caso non venisse sconfessato il Municipio, anche la popolazione.