L’ex Macello è stato sgomberato, cala la tensione all’ex Vanoni
(Aggiornato alle 1.22) Massiccia operazione di polizia, con agenti in tenuta antisommossa, presso l’ex Macello e presso l’ex Istituto Vanoni di Lugano, occupato dai manifestanti al termine del corteo non autorizzato di sabato pomeriggio. A Molino Nuovo, dove oggi è stata occupata casa Vanoni, la polizia ha isolato i manifestanti creando due cordoni che bloccano la strada. A rinforzo della polizia ticinese anche dei colleghi provenienti dal canton Vaud. Molto probabilmente erano stati chiamati in rinforzo già questa mattina, perché parte della cantonale era impegnata con il Giro d’Italia.
Momenti di tensione all’esterno dell’ex Macello, tra via Balestra e via Ciani, tra alcuni manifestanti e un gruppo di ragazzi di estrema destra che è venuto sul posto alimentando e rendendo più nervosa una situazione già tesa. Ex Macello che, intanto, è stato sgomberato.
Le tensioni più forti, però si sono verificate all’ex Vanoni dove è sopraggiunto il sindaco Marco Borradori, accolto da una forte contestazione. La polizia è dovuta intervenire per proteggerlo dal lancio di alcune lattine di birra. Sempre all’ex Vanoni si sarebbero verificati scontri fra manifestanti e polizia.
Poco dopo la una di notte, diversi occupanti dello stabile ex Vanoni hanno cominciato a uscire. Molti di loro erano adolescenti. Sembrerebbe, insomma, che la situazione stia lentamente tornando alla normalità.
Il comunicato della polizia
In tarda serata, la Polizia cantonale ha confermato che «poco prima delle 21.00 vi è stato un intervento all’interno del CSOA il Molino a Lugano procedendo, su mandato dell’autorità comunale, con lo sgombero del sedime». L’intervento, leggiamo nella nota, è stato portato avanti «con il supporto della Polizia Città di Lugano, di forze intercantonali e di altre polizie comunali» ed è stato motivato «dalla situazione venutasi a creare nel contesto della manifestazione di protesta di questo pomeriggio, in particolare dopo che oltre un centinaio di partecipanti al corteo si è introdotto illecitamente in uno stabile situato in via Simen, attualmente in disuso e di proprietà di una fondazione privata».
La manifestazione del pomeriggio
A Lugano si è svolta sabato una manifestazione non autorizzata contro lo sgombero dell’ex Macello. L’evento,era previsto a partire dalle 15 in piazza della Riforma a Lugano e non era stato autorizzato dalle autorità, che tuttavia, come riferito dal sindaco Marco Borradori ai microfoni di Radio3i, non intendevano ostacolare il raduno.
All’evento erano presenti circa 300 persone, riunite in un clima che è apparso più di festa che di protesta, con musica e alcuni striscioni allestiti per trasmettere il messaggio contro lo sgombero. Sul posto, poca polizia, anche per evitare che gli animi si scaldassero.
Un corteo è poi partito dal centro, diretto verso il Molino.
Ecco le condizioni - tra l’ironico e il provocatorio - dettate dal CSOA per dialogare con il Municipio e discutere un luogo alternativo all’autogestione
«Rinunciare al PSE e cambiamo posto. Abolizione della polizia. Apertura delle frontiere. Sgombero di ogni multinazionale e banca a Lugano. Distruzione della videosorveglianza. Distruzione del carcere della stampa. Lo sgombero del Municipio entro 20 giorni. La conversione delle cassette del Mattino della Domenica in cassette per la distribuzione di materiale contro il razzismo».
Il precedente del 2008
Esiste un precedente. Nell’ottobre del 2008 un gruppo di autonomi aveva occupato una villa di tre piani in via Tesserete a Massagno per una quindicina di giorni. La polizia, intervenuta per lo sgombero, aveva poi trasferito i giovani alla centrale della cantonale per interrogarli. Al termine degli stessi il sostituto procuratore pubblico di allora Margherita Lanzillo e il magistrato dei minorenni Reto Medici avevano decretato l’arresto di cinque persone: un 16.enne e un 21.enne del Luganese, un 23.enne e una 20.enne del Mendrisiotto e un 21.enne di Milano. Lo stabile era pericolante e le autorità comunali lo avevano comunicato ai ragazzi al momento dell’occupazione. Tuttavia per intervenire e ripristinare la legalità si era dovuto attendere la denuncia al Ministero pubblico da parte dei proprietari dell’immobile.
Gli altri video