Nomine annullate e poi confermate, «quale visione formativa e pedagogica intende promuovere il DECS?»

«Per quali motivi il DECS insiste proprio in questo delicato contesto su profili così fragili e discutibili al punto di cadere nell’incoerenza interna, nell’annullamento della nomina da parte di un tribunale e di voler restringere le possibilità di futuri accertamenti tramite ricorsi?». È la domanda che pone il sindacato OCST-Docenti in merito alla decisione del Consiglio di Stato di nominare (nuovamente) Desirée Mallè e Mattia Pini alla testa della Sezione dell’insegnamento medio superiore (SIMS) del Dipartimento educazione, cultura e sport. «In un momento di importanti riforme nella struttura dell’insegnamento medio superiore a livello federale e cantonale e dei relativi piani di studio, quale visione formativa e pedagogica intende promuovere il DECS nel settore?».
Il Comitato OCST-Docenti «prende atto con sorpresa e con preoccupazione della decisione del Governo di non rispettare la sostanza della sentenza del Tribunale Amministrativo cantonale» che aveva annullato le nomine del 10 luglio 2024. Il Governo – ha spiegato lunedì Marina Carobbio Guscetti – ha nominato di nuovo Desirée Mallè e Mattia Pini alla testa della Sezione perché nella sentenza il TRAM si è espresso su due aspetti. In primis, il mancato diritto del ricorrente di essere sentito, riconoscendo però che le lacune da questo punto di vista erano nel frattempo state sanate. In secondo luogo, la mancata corrispondenza tra i profili dei candidati scelti e i requisiti richiesti dal concorso (rimarcando che l’autorità di nomina non avesse verificato in modo accurato che i candidati possedessero effettivamente pluriennale esperienza gestionale nel settore della scuole e di gestione amministrativa del personale). Sulla base di quest’ultimo punto aveva quindi annullato le nomine, rinviando gli atti al Governo «per nuova decisione, previa verifica dell’idoneità dei due candidati ad assumere la funzione di caposezione». Ecco, ha spiegato in tal senso la direttrice del DECS, «le ulteriori valutazioni effettuate dopo la sentenza, hanno confermato che per quanto riguarda la gestione amministrativa del personale, l’aspetto su cui il TRAM ha sollevato dubbi, i due candidati scelti hanno qualifiche adeguate, che non sono però state esplicitate e spiegate in maniera abbastanza dettagliata nei documenti messi a disposizione del tribunale». Come dire: le competenze e i requisiti del concorso sono stati rispettati, ma non sono stati spiegati a sufficienza al Tribunale. Motivo per cui, appunto, il Consiglio di Stato ha deciso di confermare la sua decisione.
Il sindacato OCST-Docenti, a tal proposito, «ricorda che la scuola si regge sull’autorevolezza e sulla credibilità dei suoi insegnanti, sulla solidità della loro visione e della loro proposta formativa, e che ciò deve valere a maggior ragione per i loro superiori. L’esigenza di un fondato rapporto di fiducia vale in entrambe le direzioni, al di là di ogni logica amministrativa o vertenza giudiziaria». E ribadisce che «la questione si pone ormai anche su altri piani». E questo perché il Gran Consiglio «ha modificato la legge restringendo la possibilità di fare ricorso al Tribunale amministrativo per accertare l'illegittimità di una decisione di nomina». Ovvero: ha confermato la possibilità di annullare le nomine da parte del TRAM, ma con un occhio di riguardo per evitare troppe lungaggini giudiziarie: l’eliminazione dell’effetto sospensivo al ricorso in modo che il candidato prescelto non debba aspettare la trafila dei ricorsi per entrare in carica; la limitazione delle possibili motivazioni per inoltrare ricorso (in modo da rendere quindi più semplice e rapido ritenere un ricorso inammissibile). «In futuro, davanti a una situazione analoga a quella attuale nella SIMS, probabilmente i cittadini ticinesi non potranno neppure più verificare se la nomina sia valida, il che è allarmante», conclude il sindacato.