«Ospedale alla Saleggina, e la clausola di salvaguardia?»
Sul futuro ospedale alla Saleggina chiede lumi il granconsigliere de Il Centro Paolo Caroni. Il quale, attraverso una dettagliata interrogazione al Governo e sulla base di quanto abbiamo riferito ad inizio settimana, osserva che l’acquisto da parte del Cantone dalla Confederazione dei terreni a Bellinzona per 16 milioni di franchi è «apparentemente stato effettuato senza una clausola di salvaguardia che vincolasse l’acquisto all’effettiva edificabilità del comparto e all’ottenimento della licenza edilizia, come sarebbe stato logico e prudente in una situazione di tale portata».
Zali fa chiarezza
Secondo il deputato non è inoltre chiaro chi fosse a conoscenza del rischio di non edificabilità dei sedimi. Anche se, in questo senso, va specificato che il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha specificato che i suoi funzionari già nel 2014 avevano fatto presente all’Ente ospedaliero cantonale i possibili rischi.
«E i costi aggiuntivi?»
«Chi pagherà i costi aggiuntivi derivanti dall’indennità del quasi certo esproprio materiale?», domanda il granconsigliere, facendo riferimento alla necessità di compensare i terreni che verranno «sacrificati» per consentire la costruzione del moderno nosocomio da almeno 380 milioni di franchi. Paolo Caroni vuole inoltre sapere se il Governo aveva «valutato l’opzione di stipulare un contratto di diritto di compera condizionato alla delucidazione della situazione pianificatoria e all’ottenimento della licenza edilizia. Se no, perché si è deciso di non seguire questa prassi prudenziale?».
Chieste infine informazioni aggiornate sui costi dell’operazione e, inoltre, se esistono clausole di salvaguardia che «consentono di richiedere alla Confederazione il rimborso della differenza tra il prezzo versato e il valore effettivo dei terreni non edificabili».
Chieste alternative
Dal canto loro Giovanni Berardi (Il Centro) e Sem Genini (Lega), in un’altra interrogazione, chiedono se non sia il caso di valutare delle alternative alla Saleggina. Ad esempio nel quartiere che sorgerà al posto delle Officine FFS in città o all’ex parco veicoli dell’Esercito. Il direttore generale dell’EOC Glauco Martinetti, da noi intervistato lunedì, ha escluso piani B. O la Saleggina o si rimane al San Giovanni.