Tre milioni di franchi per «incerottare» il Conza

Oltre tre milioni per prolungare la vita del Centro esposizioni. Perlomeno di dieci anni, in attesa che venga realizzato il nuovo Polo congressuale e alberghiero. Questi i piani della Città, che ha richiesto un credito di 3,2 milioni per una serie di interventi di risanamento al fine di non far deperire le già vetuste strutture espositive attuali (il padiglione Conza, ad esempio, risale al 1948). Ma quali lavori verranno fatti, nello specifico, al Campo Marzio? Innanzitutto, parliamo della messa a norma degli impianti di riscaldamento e la messa in sicurezza delle strutture. Poi, rende noto il Municipio, sono previsti il risanamento delle coperture dei tetti oramai deteriorate, la sostituzione dell’impianto di riscaldamento non più a norma ed infine la messa a giorno dell’impianto di illuminazione con nuove tecnologie LED. Interventi, questi, che consentiranno di prolungare la vita di un decennio ai capannoni fieristici. Una durata stimata dalla Città sulla base della pianificazione, dell’elaborazione del progetto e della realizzazione del nuovo Polo congressuale.
Inoltre, è stato stimato che su un arco temporale di dieci anni, l’intervento di manutenzione straordinaria per il risanamento del Campo Marzio sarà autofinanziato con i ricavi derivati dall’affitto dei capannoni. L’utile per la Città, viene precisato, potrebbe situarsi attorno ai 3 milioni di franchi (rapporto tra l’investimento e gli utili reali della struttura).
Quando i cittadini dissero no
Che il Conza non sia più nel fiore degli anni non è certo un mistero. Tant’è che già sedici anni fa la Città aveva pensato a un maquillage. La proposta del Municipio di ricoprire le facciate del Centro esposizioni – parliamo di un progetto da 3 milioni firmato dall’architetto Mario Botta – era stata sostenuta dal Consiglio comunale ma era andata incontro a un referendum. E a inizio febbraio del 2009 il progetto era stato affossato a larga maggioranza dalla popolazione.
Sicurezza in forse
Lugano, al netto, ha una tradizione fieristica plurisecolare mica da poco, con fiere ed esposizioni che rappresentano un rilevante comparto economico e turistico. A titolo d’esempio, negli ultimi anni (escludendo quelli pandemici), «c’è stata una media di reddito annuo di 575 mila franchi – ci spiega il vicesindaco, Roberto Badaracco –. Però, in previsione della situazione finanziaria della Città, ci sarà un lieve aumento delle tariffe che potrebbero portare la cifra a 650 mila franchi l’anno. Sull’arco di un decennio, questa operazione si autofinanzierà e potremmo ricavare introiti anche per circa 5 milioni». Come detto, che il Conza non se la stesse passando benissimo era sotto gli occhi di tutto da tempo. Addirittura, come visto, il paventato maquillage risale a oltre quindici anni fa. L’operazione risanamento, quindi, si è trascinata nel tempo «con cerotti in previsione di smantellare tutto, ma con i ritardi accumulati per il progetto del nuovo polo congressuale siamo arrivati a questo punto. Questo investimento, anche se limitato nel tempo, è necessario e ci copre per dieci anni. Ma bisogna essere consapevoli: se oggi non facciamo questi lavori, agli utenti non sarà più garantita la sicurezza all’interno della struttura. E dovremo chiudere», chiosa Badaracco.
Massimo 50 milioni
Tornando al nuovo Polo congressuale – che la Città vuole realizzare al posto della struttura esistente, e in un comparto che avrà anche contenuti residenziali –, la questione finanziaria sarà un elemento centrale. L’investimento in autonomia, vista la situazione delle casse cittadine, è infatti escluso. Il costo è stimato in 250-300 milioni di franchi, 100 per i soli contenuti pubblici (centro congressi, area verde e posteggi) e 150-200 per quelli privati (residenziale). Va da sé che più si concede al privato (più palazzi, insomma), meno la Città dovrà sborsare per il centro congressuale. Il tema è stato affrontato a fine febbraio in una riunione interpartitica, durante la quale il Municipio ha aggiornato le forze politiche cittadine (presenti i presidenti e i capigruppo) oltre a illustrare i possibili scenari. Tra questi, ne avevamo riferito lo scorso 28 febbraio, una concessione di una determinata Superficie utile lorda (SUL) in base alla quale «il prezzo della struttura pubblica» – il nuovo palazzo dei congressi – «rientrerebbe nel limite di spesa che la Città si è posta: ossia 50 milioni di franchi di investimento.