Il caso

Officine FFS, olé: tecnologia spagnola per pulire i treni

Castione: l’Aquafrisch di Madrid si aggiudica per 2 milioni la commessa per il lavaggio delle grandi componenti di cui verrà fatta la manutenzione nel futuro stabilimento industriale - È il primo appalto che finisce (interamente) all’estero
Ecco come funziona la tecnologia iberica. © Aquafrisch
Alan Del Don
18.04.2025 06:00

«Bienvenido a Castione, la instalación más moderna de Europa». Saranno con ogni probabilità accolti così, dalle FFS, gli ingegneri della Aquafrisch, azienda spagnola attiva da oltre vent’anni nel settore ferroviario con specializzazione nella costruzione delle attrezzature utilizzate per pulire i treni. L’impresa con sede a Rivas-Vaciamadrid - città con il doppio degli abitanti di Bellinzona che si trova nella comunità autonoma di Madrid - si è aggiudicata l’appalto relativo all’impianto di lavaggio delle grandi componenti delle Officine di Castione.

L'unica offerta

È stata l’unica offerta presentata, pertanto l’ex regia federale ha assegnato il mandato per il quale si prevede un investimento di poco più di 2 milioni di franchi. Contro la decisione può essere inoltrato ricorso al Tribunale amministrativo federale entro inizio maggio; ma, come detto, non essendoci state altre ditte che hanno partecipato al concorso, i giochi sono praticamente fatti. A memoria dovrebbe essere la prima commessa finita (interamente) all’estero.

Finanziamenti europei

Per saperne di più della Aquafrisch (come, immaginiamo, il 99% dei nostri lettori è infatti la prima volta che ne sentiamo parlare...) siamo andati a spulciare il suo sito Internet. «Verso una progettazione e una manutenzione più sostenibili delle apparecchiature. L’acqua ci muove», recita lo slogan che campeggia al centro dell’homepage. La società beneficia di finanziamenti dell’Unione europea e, par di capire, anche di contributi che arrivano direttamente dalla capitale iberica.

Alta tecnologia

Non è la prima volta che vince una gara d’appalto fuori dalla Spagna; era già capitato, nel recente passato, in Italia, ad esempio, con committente le Ferrovie. «Integrando le nostre apparecchiature per il trattamento dell’acqua nella progettazione di macchine ferroviarie otteniamo sistemi di lavaggio efficienti per tutti i tipi di treni. Distribuiamo anche attrezzature ad alta tecnologia: dispositivi di misurazione laser e attrezzature per la manutenzione dei carrelli», si specifica online.

Un’infrastruttura chiavi in mano

L’Officina da almeno 755 milioni, il cui taglio del nastro è previsto nel luglio 2028, si occuperà prevalentemente della manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, ETR e Flirt TiLo), per un totale di 114 veicoli, e di un centinaio di locomotive, con un aumento delle attività elettromeccaniche e con un alto grado di digitalizzazione. Fra le attrezzature necessarie ci sarà pure quella indispensabile per il lavaggio, «composta da quattro unità disposte in fila: un impianto di lavaggio automatico (’chiavi in mano’, come lo definiscono le FFS; n.d.r.), una cabina di lavaggio manuale e due aree di preparazione». Il contratto ha una durata di quattro anni, dal 1. giugno prossimo a fine maggio 2029.

Il conto alla rovescia

È oramai scattato il conto alla rovescia. In giugno inizieranno i lavori di costruzione dello stabilimento principale delle future Officine FFS di Castione. Con sei mesi di ritardo, alla luce del ricorso inoltrato da un consorzio di imprese al Tribunale amministrativo federale in quanto si era visto sfuggire il maxi appalto da 292 milioni di franchi per l’edificazione, appunto, del moderno sito industriale che verrà inaugurato nel luglio 2028.

Due Comuni, altrettanti destini

La data esatta è ancora top secret. Ma di sicuro non mancheranno i festeggiamenti per un giorno che, a suo modo, sarà storico. Il simbolico primo colpo di badile verrà suggellato da una cerimonia alla quale - oltre ai vertici delle Ferrovie - saranno presenti le autorità cantonali e comunali di Bellinzona e di Arbedo-Castione.

Se con il trasferimento dell’impianto produttivo la Città vedrà liberarsi l’area di 100 mila metri quadrati a ridosso della stazione che sarà trasformata in un quartiere innovativo, per l’ente locale a nord della Turrita sarà il primo tassello del riordino della zona industriale che prevede, in prospettiva, a sud del comparto, il Polo di sviluppo economico. All’Officina 2.0, come abbiamo illustrato il 20 marzo scorso facendo il punto sul progetto, lavoreranno 360 collaboratori ed un’ottantina di apprendisti. L’investimento è di almeno 755 milioni.

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