«Il risanamento delle Officine FFS sarà a nostre spese»

Tre mesi o poco meno. Ci siamo, insomma. E sarà un momento storico per l’intero Ticino. In giugno inizieranno i lavori per la realizzazione dell’edificio principale e di quelli tecnici annessi delle Officine FFS di Castione. L’installazione del cantiere e gli scavi, in questi mesi, da parte del Consorzio Officine Ticinesi (capitanato dalla CSC Costruzioni SA di Lugano e costituito principalmente da ditte svizzere), non sono passati inosservati agli automobilisti che transitano lungo la cantonale, a nord dell’abitato.
Proseguono, intanto, «senza intoppi, su più fronti», quelli legati all’infrastruttura ferroviaria, cominciati nel gennaio 2024. In vista della simbolica e significativa prima «badilata», il Corriere del Ticino ha fatto il punto della situazione con il responsabile della comunicazione della Regione Sud Patrick Walser.
Confermati i 360 collaboratori
Allo stato attuale l’investimento previsto è sempre pari a 755 milioni di franchi. Andranno però aggiunti i costi dovuti al ritardo in virtù del ricorso che era stato inoltrato al Tribunale amministrativo federale (TAF) dal consorzio che non aveva ottenuto il maxi appalto da 292 milioni per l’edificazione del moderno sito industriale. «Il danno più importante resta i 6 mesi di ritardi accumulati a causa del ricorso. Sulla quantificazione finanziaria non ci sembra corretto, per rispetto dell’impresa ricorrente, esprimerci», rileva il portavoce dell’ex regia federale.
L’innovativo impianto verrà inaugurato nel luglio 2028? «Ad oggi è prevista questa data per l’inizio delle attività allo stabilimento», risponde Patrick Walser. Immutate, rispetto a quanto comunicato a suo tempo, anche le maestranze che verranno occupate: nell’Officina 2.0 saranno impiegati 360 collaboratori ed un’ottantina di apprendisti.

Il nodo di Biasca
Una questione finita più volte sotto i riflettori in questi anni (suscitando, ad esempio, il malcontento dei contadini) è stata quella relativa alla compensazione degli 84 mila metri quadrati di terreni SAC (Superfici per l’avvicendamento delle colture) che verranno sacrificati per costruire il complesso. A che punto siamo? «Alcune superfici sono già state compensate e collaudate, altre lo saranno nel corso dei prossimi mesi. Permane il compenso di Biasca (circa 30% del totale) fermo a causa del ricorso al TAF da parte del Comune di Biasca (censura che è tuttora pendente; n.d.r.)», osserva Walser.
Il Borgo, ricordiamo, non vuole perdere 25 mila metri quadri in zona industriale. Qualora i giudici di San Gallo dovessero dare ragione al Municipio, le FFS secondo quanto ci risulta hanno già trovato un’alternativa. Quindi gli interventi a Preonzo, Camorino (nell’ex cantiere AlpTransit), Bellinzona (lungo la Golena, all’altezza delle Semine) e ad Iragna - ossia dove sono stati individuati i sedimi «compensatori» - sono già terminati? «Come detto, conclusi o in fase esecutiva».
La bonifica? Bocche cucite
Un altro punto delicatissimo concerne la «condizione di inquinamento rilevante», prendendo in prestito le parole del Consiglio di Stato, dei fondi delle attuali Officine di Bellinzona. Come Ferrovie avete eseguito le indagini dettagliate per capire come si presentano i terreni, chiediamo al nostro interlocutore? «Sul tema FFS, Cantone e Città stanno collaborando con le autorità federali per trovare le soluzioni adeguate».
Patrick Walser, ad un’altra precisa domanda, risponde che al momento non c’è una stima dei costi necessari per risanare gli oltre 100 mila metri quadrati di superficie occupati da quasi 140 anni dall’impianto industriale. A suo tempo - per darvi un’indicazione di massima, da prendere con le pinze - era stata ipotizzata una stima compresa fra i 30 e i 50 milioni.

Cosa dice Berna (e la legge)
«Secondo gli accordi sottoscritti, le Ferrovie consegneranno a loro spese terreni liberi da contaminanti ai sensi dell’Ordinanza sui siti contaminati», puntualizza Patrick Walser. Il riferimento è alla «Dichiarazione d’intenti» firmata dalle parti l’11 dicembre 2017 a Bellinzona. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente i siti contaminati sono «siti inquinati che sono all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente oppure per i quali esiste il pericolo concreto che tali effetti si producano. Necessità di risanamento».