Più battelli su quel ramo del lago di Lugano
Più lago. Se non per dovere, almeno per piacere. In quel ramo del Ceresio che volge a mezzogiorno, ultimamente, sono state lanciate diverse iniziative per godersi maggiormente lo specchio d’acqua e per sfruttarlo come via di comunicazione. Partiamo dal secondo dei due auspici, che poco più di un anno fa era stato oggetto di uno scambio di vedute fra i Comuni interessati, ossia Brusino Arsizio, Arogno, Bissone, Mendrisio, Riva San Vitale e Val Mara, e il Consiglio di Stato. Quest’ultimo si era mostrato aperto alla possibilità di creare delle linee di trasporto pubblico lacustri, soprattutto pensando ai pendolari e nella speranza di togliere qualche auto da strade e autostrade, a patto che le citate linee fossero integrate con l’offerta ferroviaria e che avessero un buon rapporto fra costi e benefici.
Un precedente scomodo
Il primo dei due «però» non poneva particolari problemi, mentre il secondo era ed è tuttora un ostacolo che pare invalicabile. Infatti, da un anno, siamo fermi lì. I Comuni credono di aver fatto il possibile, mentre il Cantone non farà un passo finché non avrà un’analisi che dimostri la sostenibilità commerciale dei nuovi percorsi con il battello. In altre parole bisogna dimostrare – o meglio: chi chiede questo servizio deve dimostrare – che ci sarà la domanda. Non sono d’aiuto i risultati modesti ottenuti con la linea sperimentale Porto Ceresio-Morcote, che si pensava potesse essere interessante per i frontalieri diretti sul Pian Scairolo. Così non è stato, o almeno non abbastanza. «Ci sono parametri federali da rispettare e non è facile raggiungere la massa critica minima» osserva con tono rassegnato Michaela Bernasconi, municipale responsabile della mobilità per Brusino Arsizio. Di principio, occorre garantire un autofinanziamento del venti percento. Il resto arriverebbe con sussidi cantonali e federali, come per altri mezzi di trasporto pubblico del resto. «Noi Comuni abbiamo dato l’input: di più non possiamo fare. La speranza è che la diffusione dei battelli elettrici, un giorno, possa rendere più fattibile questo genere di collegamenti».
Ritorno alle origini?
Fra i Comuni e il Cantone c'è la Società Navigazione Lago di Lugano, che crede nella riattivazione delle vie d’acqua. «Sull’asse nord-sud, la mattina presto e la sera tardi, ci sono code importanti – ricorda il presidente Agostino Ferrazzini – e togliere qualche centinaio di auto dalle strade sarebbe già ottimo. Puntando noi sui battelli elettrici e avendo già dei contratti con le AIL per la fornitura di energia green, questa iniziativa sarebbe compatibile con lo sforzo comune di tutelare l’ambiente. Senza dimenticare che l’acqua, a differenza dell’asfalto, non è soggetta a usura». Resta il nodo dell’utenza: come dimostrare al Cantone, affinché preveda un sostegno finanziario, che i battelli di linea sarebbero utilizzati? Che non si ripeterebbe quanto accaduto per la Porto Ceresio-Morcote? «Come spesso accade per l’avviamento di una nuova attività o servizio – risponde Ferrazzini – servono alcuni anni affinché diventi sostenibile. Anni in cui tutti insieme, come squadra, potremmo promuovere questa opzione, come è stato per il Tilo». La Porto Ceresio-Morcote, secondo il presidente, non è un esempio a cui va dato peso. «Non era la linea più indicata per il trasporto dei pendolari: noi l’avevamo detto al Cantone. Meglio puntare su Melide, dove il sottopassaggio della stazione porterebbe i nostri passeggeri subito ai binari, o Maroggia, dove la stazione dista poche centinaia di metri, oppure direttamente Lugano, usando dei battelli veloci: quello sarebbe il non plus ultra».
Resta un problema pratico: chi deve muoversi per sbloccare l’attuale situazione di stallo? «Dobbiamo cominciare noi come Navigazione, e lo stiamo facendo: in collaborazione con enti pubblici e privati, stiamo lavorando per poter acquistare, già l’anno prossimo, un piccolo battello veloce che useremmo a scopo turistico e per alcuni test come imbarcazione di linea. Può andare da Porlezza a Lugano in 15-17 minuti: una buona velocità. Ci serve però anche la regolarità, e questa presuppone l’acquisto di altre imbarcazioni». Il sussidio pubblico, ad un certo punto, diventerebbe imprescindibile, e Ferrazzini non lo nega. «È vero, ma il primo passo siamo disposti a farlo noi. E si potrebbero anche coinvolgere enti e autorità italiane».
Una linea di trasporto pubblico sul Ceresio era stata attiva fino agli anni Settanta. Chi è salito su quel battello racconta che c’erano lavoratori, studenti che ripassavano la lezione e altre persone che, per dovere o per piacere, si spostavano da una riva all’altra del lago. Quei viaggi avevano anche una valenza sociale: si parlava di cultura, di politica, di vita. Poi è arrivata la motorizzazione ed è cambiato tutto. Eppure, a cinquant’anni di distanza, l’acqua continua ad ammaliare, a stimolare pensieri e progetti.
Iniziative senza ostacoli
Se per un battello di linea bisognerà avere ancora pazienza, ammesso di riuscire davvero a reintrodurlo, le corse a scopo turistico sono già una realtà nel Basso Ceresio e probabilmente si affermeranno ancora di più l’anno prossimo. I giri dei grotti, ad esempio, proposti per tre weekend la scorsa estate, hanno avuto successo e dovrebbero essere confermati, estendendoli a più fine settimana. «Insieme ai Comuni stiamo preparando diverse iniziative per il 2024 – spiega la direttrice dell’Organizzazione turistica regionale del Mendrisiotto Nadia Fontana Lupi – e una di queste è la valorizzazione dell’offerta sul lago con delle mini crociere che connettano i Comuni a sud del Ponte Diga. Vogliamo animare questa parte del lago e ci sono campeggi, ristoranti e alberghi che potrebbero essere coinvolti». Il discorso tuttavia riguarda non solo i turisti, ma anche i residenti (che in fondo sono dei turisti a chilometro zero). Per esempio durante gli eventi promossi dai Comuni della zona: facendo in modo che possano essere raggiunti in battello si potrebbe evitare qualche ingorgo, alleviare i mal di pancia per la carenza di posteggi e creare un’esperienza diversa, a beneficio degli eventi stessi. Si vedrà. Il lago è sempre lì.