Anni passati con il naso all'insù

CALANCA - Gli abitanti del Comune di Calanca ormai hanno fatto l'abitudine a spalancare le persiane e guardare all'insù, verso la zona delle cave nella frazione di Arvigo. Dopo i crolli del giugno 2007 (oltre 30.000 metri cubi) e dell'aprile 2008 (ben 80.000 metri cubici), la montagna trattiene ancora almeno 150.000 metri cubi di materiale. Niente di cui allarmarsi al momento, beninteso, anche perché dal 2009 non si sono più registrati importanti movimenti. Ma tutti sono coscienti che prima o poi la natura sputerà a valle i grossi massi. Il dissesto è infatti tuttora attivo. La minaccia è stata esaminata nei minimi dettagli nell'ambito della revisione parziale della pianificazione locale. I documenti sono esposti alla Cancelleria comunale fino al 24 settembre.
«Allo stadio attuale, non è possibile formulare una precisa tempistica per quanto riguarda eventuali crolli futuri. Pur con probabilità d'accadimento assai bassa, vi sono delle masse rocciose che potrebbero raggiungere il fondovalle, sino a livello della vecchia strada cantonale. Queste sono definite dai banchi e lastroni presenti verso il margine del corpo franoso (in direzione di Buseno) e dai torrioni rocciosi adiacenti. La loro volumetria raggiunge circa 20.000 metri cubi per singolo bastione/massa rocciosa a potenziale collasso», sostengono i geologi.