«Voleva annientare il suo futuro»
«Lei è stata la sua vittima, non la sua ragazza. L'imputato ha cercato di distruggere il presente della ex compagna con il controllo totale della sua vita, con un modus operandi già adottato da lui nella relazione precedente, e quando ha capito che non poteva più distruggerle il presente ha cercato di annientare il suo futuro. Ha investito tutto sé stesso nella riuscita della propria vendetta». E ancora: «Il 22.enne, quella sera, ha cercato di strappare la vita della donna come si strappa un'erbaccia, lasciandola poi lì, morente. È arrivato a un niente dall'ucciderla, mosso da rancore, odio e in totale spregio della vita umana. E non mostrando mai un sincero pentimento. La sua colpa è di estrema gravità». Per queste ragioni il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha chiesto la condanna a 17 anni di detenzione davanti alle Assise criminali presiedute dal giudice Siro Quadri (assistito a latere dai colleghi Giovanna Canepa Meuli e Luca Zorzi), nei confronti dell'imputato. Alla sbarra, nella seconda giornata di processo, il 22.enne sangallese che la sera del 21 ottobre di due anni fa a Solduno sparò un colpo di fucile a pallettoni contro la ex compagna che aveva deciso di troncare la loro relazione, dopo avere sequestrato lei e il suo attuale compagno nel suo appartamento, immobilizzandoli, minacciandoli ed esponendo la loro vita a pericolo.
«Indicibili sofferenze»
Quanto al risarcimento nei confronti delle vittime - la ragazza e il suo attuale fidanzato - i rappresentanti degli accusatori privati, rispettivamente gli avvocati Manuela Fertile e Carlo Borradori, hanno concretizzato le loro richieste in 69.000 franchi per la donna (9.000 di danno materiale; 60.000 di danno morale) e 10.000 franchi per quanto patito dal suo compagno. «La mia assistita porta ancora sul suo corpo i segni di quella notte», ha rilevato l'avvocato Fertile, «otto fori di pallottole e un taglio lungo 20 centimetri, non sono cicatrici che spariranno facilmente a meno di intervento chirurgico. Soffre inoltre di disturbo da stress post traumatico, ha dei problemi con le aderenze intestinali, ha perso la milza, le sono state spezzate due costole, le è stata asportata parte del colon e ha avuto l'alopecia. Questa donna ha sofferto indicibili sofferenze, ha subito una crudeltà estrema». «La vittima è scampata alla morte per un soffio, letteralmente. E se è qui oggi è perché i soccorritori sono arrivati tempestivamente, se ci fosse stato un intoppo lei sarebbe morta».
111 giorni
«L'imputato - ha spiegato il pp nella sua requisitoria - non voleva più amare la donna ma solo averla, possederla e per farlo si era preparato a ogni evenienza. Era lui che doveva dire addio a lei e non viceversa. Si voleva vendicare perché lei aveva ripreso la sua vita in mano». A mente di Ruggeri quello del 22.enne è stato un agire particolarmente perverso. «Ha cercato di rendersi invisibile e irrintracciabile nel suo tragitto verso Solduno, tentando di camuffarsi e di non farsi riconoscere. Non c'è niente di improvvisato nel suo agire, aveva pensato a tutto». Non solo. «Aveva addirittura contato quanti giorni erano trascorsi dalla fine della loro storia alla sera dei fatti: 111». L'imputato, spiega il pp, «ha quindi messo in atto un piano con una particolare efferatezza e mancanza di scrupoli, mostrando bieco egoismo e profondo disprezzo della vita altrui, il tutto condito da profondo odio verso la vittima».
La giornata di ieri
L'imputato, ieri, si era difeso dicendo di essersi recato a casa della ex perché «voleva solo un chiarimento sulla loro relazione». Una teoria che però stride con «l'arsenale» che il giovane aveva portato con sé, come aveva sottolineato Quadri. Tra i vari oggetti presentati in aula, oltre al fucile a pallettoni e a due scatole di cartucce, anche un taser, spray al pepe, un coltello a uncino, soda caustica, quattro paia di manette (per i polsi e per le caviglie), corde, nastro adesivo, lacci. Guanti per maneggiare sostanze pericolose, occhiali protettivi, diversi farmaci. Ma anche un'accetta, una piccola pala e un becco bunsen.
Sempre nella giornata di ieri, davanti alla Corte, la vittima aveva deciso di rendere la propria testimonianza raccontando il comportamento prevaricatore, denigrante e minaccioso che l'imputato aveva tenuto con lei nel corso della relazione e una anche volta che la donna aveva deciso di chiudere i rapporti con lui. Fino a ripercorrere insieme al giudice Quadri i fatti di quella tragica sera.