Mestieri

Vetraia per caso, o forse no

Dopo un dramma personale Morgana Genetelli ha scelto una strada insolita, ancora giovanissima – «Il mio lavoro è precisione e creatività»
©Gabriele Putzu
Prisca Dindo
03.11.2024 12:08

Si dice che nulla accade per caso. Ne sa qualcosa Morgana Genetelli, diciassette anni appena compiuti, apprendista vetraia. La prima del Ticino. Malgrado la sua giovane età, alle spalle ha già un vissuto ricco di accadimenti che l’hanno segnata nel profondo e che l’hanno portata a far scelte importanti. Dopo le scuole elementari e le medie, a quindici anni questa giovane di Biasca che abita ora a Locarno, aveva capito che la creatività avrebbe potuto giocare un ruolo importante nel suo futuro professionale. «Amavo disegnare e fare lavoretti, fin da piccolina» racconta mentre divide in due un vetro appena inciso nel laboratorio della vetreria Perletti a Carasso dove ci racconta la sua storia. Puntando tutto sulla sua vena artistica, Morgana si è iscritta alla scuola di sartoria di Biasca. L’idea di creare vestiti la faceva sognare. Pochi mesi dopo, una tragedia spazza via tutte le sue certezze di adolescente. La perdita improvvisa di suo papà è un durissimo colpo per lei e la sua famiglia. La tragedia inizia ad allontanarla sempre più dai banchi di scuola.

La forza di guardare avanti

«Furono mesi terribili, colmi di dolore, che mi permisero però di capire una cosa importante: che il mestiere della sarta non era il mio. Se volevo guardare avanti, dovevo cercare altro» ricorda la ragazza, che oggi è al suo secondo anno di apprendistato, seguita dagli occhi vigili di Luca Perletti. Lui è il datore di lavoro che tutti vorrebbero: l’importanza del rispetto per le persone figura tra i primi punti del decalogo della sua azienda che vanta più di quarant’anni di storia. Il modo garbato ma deciso con cui interagisce con i suoi dipendenti ci fa capire che non si tratta soltanto di un bla bla, bensì di una filosofia di vita. Morgana, che si considera «malgrado tutto, una ragazza fortunata», ne sa qualcosa. Ma torniamo all’agosto di due anni fa.

L’alfabeto dei mestieri

«Visto che non avevo idee precise sul mio futuro - prosegue la ragazza - iniziai le mie ricerche sul sito «orientamento.ch» il portale ufficiale svizzero d’informazione dell’orientamento professionale. Passai in rassegna tutte le possibili professioni; «A» come apicoltore, «B» come bottaio... Fino a quando arrivai alla lettera «V» di «vetraia». Lessi e rilessi la descrizione di questo mestiere e alla fine mi dissi «Ecco la mia strada!». Malgrado le apparenze, quella di Morgana fu una scelta meditata. Avere a che fare con specchi e vetri la intrigava molto, inoltre «non so come spiegarmi, ma mi sembrò fin da subito il mestiere creativo che stavo cercando». Prese il telefono e chiamò la vetreria Perletti in cerca di uno stage «anche se era un sabato».

Una professione diffusa in Svizzera interna

Neppure a farlo apposta, ventiquattro ore prima Luca Perletti aveva espresso ai suoi figli il desiderio di assumere finalmente un’apprendista di sesso femminile. «Sapevo che a differenza della Svizzera interna, nel nostro Cantone non c’erano ancora donne vetraie e io volevo colmare questa lacuna che ritenevo un po’ vergognosa». Grazie alla telefonata di Morgana, il desiderio di Luca si avvera in un batter di ciglia. La giovane inizia lo stage e, visti i buoni risultati, viene subito assunta. Luca Perletti trova così la sua apprendista donna e Morgana il mestiere che voleva.

Il vetro non si taglia

Basta sentirla parlare del suo lavoro per capire quanto l’appassioni. Ci sono diverse tipologie di vetro: stampati, temperati, stratificati, retinati, induriti. «La prima lezione che impari - puntualizza - è che il vetro non si taglia, si incide e poi lo si divide in due eseguendo il troncaccio». I vetrai sollevano spesso lastre pesanti. Un aspetto che in un primo momento preoccupò la mamma di Morgana «ma poi la convinsi che ce l’avrei fatta, a volte oltre ai muscoli basta un po’ di ingegno per muovere le cose».

La precisione è fondamentale

L’aspetto che più affascina la giovane è la particolarità della materia, «il vetro non perdona, una volta che l’hai tagliato è tagliato, non puoi più tornare indietro. La precisione è dunque fondamentale». La Vetreria Perletti si occupa soprattutto della messa in posa di finestre e porte «e se si sbagliano i calcoli preparatori, la fattura rischia di diventare pesante». Ci rendiamo conto che le giornate dell’apprendista sono molto variegate. «Ad esempio stamattina abbiamo posato una grande vetrata all’ultimo piano di uno stabile con l’ausilio di un camion gru, mentre oggi devo costruire una bacheca in vetro». Ora Morgana pensa a portare avanti nel migliore dei modi il suo apprendistato. Al diploma le mancano altri due anni. Il fatto di essere l’unica ragazza sia a scuola sia sul lavoro non le pesa in alcun modo. Anzi, non ne capisce il motivo «anche se a volte i colleghi cercano di risparmiarmi i lavori più pesanti ma io sono cocciuta e voglio imparare tutto di questo mestiere». «E il futuro?», le domandiamo noi prima di congedarci. «Siccome nulla accade per caso, si vedrà», risponde sorridendo con il suo bel sguardo aperto e diretto.

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