Dedicarsi a un libro? Fa bene alla salute

«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità all’indietro». Poche altre parole riescono a riassumere – con la stessa efficacia di queste, utilizzate da Umberto Eco – la potenza della lettura. Da sempre, del resto, leggere è considerato il cibo della mente. Ma, andando oltre le semplici citazioni, è ormai provato da numerose ricerche scientifiche che la lettura apporti numerosi benefici anche alla salute degli appassionati.
Per esempio, leggere rilassa più di una passeggiata, più che ascoltare musica o sorseggiare un tè: lo afferma uno studio dell’Università del Sussex, specificando che la lettura di un libro o di un giornale in silenzio (rispetto a un intervallo di tempo di sei minuti) rallenta la frequenza cardiaca e la tensione muscolare, abbassando i livelli di stress del 68%. Una percentuale, appunto, maggiore di quella delle altre attività citate. Tra i benefici conclamati c’è poi quello che riguarda la memoria: secondo molti studi, leggere regolarmente è un ottimo metodo per prevenire patologie come la demenza senile.
Concentrazione e sonno. Due fattori apparentemente in contrasto, che però la lettura riesce a conciliare. Se da un lato, infatti, leggere permette di alzare la soglia di attenzione durante il giorno – nel caso in cui ci si “immerga” in una lettura interessante, ad esempio – dall’altro sfogliare un libro, una rivista o un giornale prima di andare a dormire concilia il sonno una volta arrivata la sera. Al contrario degli schermi, che invece riducono il sonno e sono emblema di un multi-tasking che però spesso si traduce in una carenza di applicazione.
Anche dalla prospettiva degli scrittori, la lettura è una fonte preziosa: di ispirazione e di arricchimento, di confronto e di stimolo alla fantasia e alla creatività. Difficile, infatti, trovare un grande scrittore che non sia anche un grande lettore. Oltre alla creatività – secondo ricerche dell’Università di Toronto e dell’Università di Harvard – leggere stimola la capacità di giudizio e l’empatia. Descrivere le emozioni dei personaggi e i loro punti di vista diventano chiavi di lettura per decifrare anche la realtà. Un buon libro, infine, può essere un mezzo di socializzazione: scambiarlo, parlarne e confrontarsi sono tutte azioni che possono scaturire da un po’ di inchiostro che ha riempito pagine non più bianche.