Ticino

Stabile EFG: si sblocca l’acquisto, ma rimane il nodo del referendum

Dopo anni di discussioni, è pronto un investimento da 76 milioni – Matteo Quadranti: «Obiettivo centrato, era tempo di arrivarne a una» – Il via libera alla «cittadella della Giustizia» ora passa nelle mani del Gran Consiglio – La grande incognita rimane la chiamata alle urne dei cittadini
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
23.01.2024 19:42

«L’obiettivo era portare in Parlamento il dossier e ci siamo riusciti». Dopo anni di discussione e trattative, finalmente lo stallo attorno all’acquisto dello stabile EFG si è sbloccato. Oggi, infatti, la Commissione gestione e finanze ha firmato il rapporto del deputato del PLR Matteo Quadranti con la richiesta di un credito di 86 milioni di franchi, 76 dei quali per l’acquisto dell’edificio. Un testo che ha trovato l’appoggio dei liberali radicali e della Lega, ma anche di una parte del Centro e del PS. Contrari, per contro, rimangono l’UDC e i Verdi, con questi ultimi che porteranno in aula un proprio rapporto di minoranza. «L’importante - ha spiegato al termine della riunione commissionale Quadranti - era arrivarne a una. Poi, in febbraio in aula ci conteremo e vedremo quale sarà l’esito».

I numeri per promuovere l’investimento, nonostante diverse firme con riserva, dovrebbero comunque essere sufficienti. Anche se sul tema pesa l’incognita del referendum finanziario obbligatorio, che verrebbe attivato con il voto di almeno 25 deputati e con un terzo del Parlamento presente. «Il tema - osserva Quadranti - non è stato toccato durante la riunione, il nodo verrà quindi sciolto durante le discussioni in Gran Consiglio». Da parte sua, comunque, il relatore si dice soddisfatto per il lavoro fatto: «Ritengo sia un credito necessario, anche perché ricordo che ieri (lunedì, ndr) abbiamo avallato un credito di 195 milioni di franchi per le strade. Una cifra che votiamo ogni quattro anni. Qui, invece, parliamo di 200 milioni di franchi per tre stabili nuovi per la giustizia, stabili che dureranno decine di anni. Credo, insomma, che sia un credito giustificato».

«Convinti, ma...»

Convinti della bontà dell’operazione sono anche i leghisti, che tuttavia ancora non hanno discusso di un eventuale sostegno al referendum finanziario obbligatorio. «L’augurio è che il credito possa essere approvato», ha commentato Michele Guerra. Anche perché, ha aggiunto il deputato leghista, «qualche anno fa siamo stati in visita al palazzo di Giustizia di Lugano e abbiamo visto che la situazione non è certo delle più dignitose». Una posizione condivisa, almeno in parte, anche dai socialisti. «Personalmente - ha evidenziato Fabrizio Sirica - ho firmato il rapporto, mentre il nostro capogruppo Ivo Durisch lo ha sottoscritto con riserva, per evidenziare le criticità che alcuni esponenti del PS solleveranno durante il confronto in aula». Nel gruppo PS, infatti, il tema non fa l’unanimità: «La maggioranza del gruppo è d’accordo con l’acquisizione dello stabile e con il fatto che si tratti di un progetto necessario per la Giustizia. Rimandare la palla in tribuna, procrastinando il problema, non farebbe altro che peggiorare la situazione». Insomma, se i socialisti sono convinti che «si debba ridare dignità a uno dei tre poteri dello Stato» e che «non ci siano piani B», d’altro canto ritengono però «problematica» la cifra da spendere, «soprattutto se pensiamo al contesto finanziario attuale, estremamente difficile».

Un tema, questo, sollevato anche dal Centro. «Questo messaggio ha suscitato e continua a suscitare una certa perplessità all’interno del nostro gruppo», ha premesso Maurizio Agustoni spiegando che il credito, alla prova del voto, non incasserà il via libera di tutti i deputati del Centro. «Chi voterà a favore, lo farà perché ritiene sia una sistemazione necessaria per garantire spazi adeguati alla Giustizia. I dubbi, invece, sono relativi alla concentrazione di quasi tutte le autorità giudiziarie a Lugano, facendo quindi venir meno la prossimità di alcune autorità (a Locarno e Bellinzona), e all’investimento finanziario, estremamente alto. Anche perché ai 76 milioni necessari per l’acquisto dello stabile EFG si aggiungeranno altre decine di milioni per la sua ristrutturazione e un altro centinaio di milioni per la sistemazione dell’attuale palazzo di Giustizia».

I costi dell’intera operazione sono giudicati troppo elevati anche dall’UDC. «In qualità di municipale di Lugano - ha sottolineato Tiziano Galeazzi, che ha firmato il rapporto con riserva - sostengo il progetto, ma da granconsigliere non posso non sollevare qualche critica in relazione al costo. A mio avviso, infatti, avremmo potuto contenere maggiormente la spesa per l’acquisto dello stabile, o comunque riuscire a far entrare nel computo totale degli 80 milioni sia il prezzo dello stabile che la sistemazione». Insomma, «si poteva contrattare meglio». D’altro canto, osserva il deputato UDC, «è sufficiente osservare in che condizioni lavora la Giustizia per capire che un miglioramento era necessario».

L’ultima parola al popolo?

Ma se Galeazzi, per sua stessa ammissione, si trova «tra l’incudine e il martello», il gruppo UDC sarebbe invece dell’idea di bocciare il credito. «Nessuno mette in dubbio le necessità della Giustizia, ma l’intera operazione ci sembra troppo costosa, specialmente ora che vengono chiesti sacrifici finanziari», ha ribadito in proposito il capogruppo Sergio Morisoli, che sul referendum finanziario obbligatorio ammette: «Non abbiamo ancora definito se lo voteremo, ma è molto probabile». A sostenere la necessità di portare i ticinesi alle urne è anche Agustoni, secondo il quale «su un investimento complessivo che supera i 200 milioni di franchi mi sembra legittimo che il popolo si esprima. Del resto, lo stesso consigliere di Stato Norman Gobbi aveva auspicato un coinvolgimento popolare per un investimento che lui stesso aveva definito epocale». Detto ciò, ha aggiunto, «non credo che tutto il gruppo lo voterà». E se la Lega non ha ancora una posizione univoca, il PS si dice invece contrario. «La maggioranza non lo sosterrà, di principio siamo molto scettici nei confronti di questo strumento. Anche perché se qualcuno non è d’accordo, esiste sempre la possibilità di raccogliere le firme e portare il popolo al voto». Contrari all’intero dossier sono invece i Verdi, che come detto presenteranno un rapporto di minoranza. «La maggioranza vuole farci credere che sia urgentissimo comperare uno stabile gigante, difficile da convertire, di una vecchia banca in centro a Lugano che nessun altro vuole acquistare per creare una ‘‘cittadella della Giustizia’’ che dovrebbe prendere vita tra 15 anni e che finirà per costare probabilmente ben oltre il quarto di miliardo», evidenzia Samantha Bourgoin. «Tutto ciò mentre questa stessa maggioranza ha appena votato un generoso sgravio fiscale alle persone che guadagnano oltre 30 mila franchi al mese e si appresta a votare un preventivo che prevede addirittura di prosciugare i fondi propri degli istituti per invalidi. Per di più, in un cantone in cui una persona con un salario normale fa fatica ad arrivare a fine mese. Noi a questo genere di politica non ci stiamo».

Il primo di tre step

Ma cosa prevede concretamente il rapporto? A febbraio il Parlamento sarà chiamato ad approvare il credito necessario - di 76 milioni di franchi - per l’acquisto dello stabile EFG, a cui si aggiungono altri 5 milioni e mezzo per progettare i lavori necessari per l’adattamento dello stabile. Ma si tratta solo di un primo passo per arrivare alla creazione della «cittadella della Giustizia ticinese». A questo primo step, infatti, se ne aggiungeranno altri due: uno con la richiesta del credito destinato alla ristrutturazione dello stabile EFG, e un altro per la ristrutturazione del palazzo di Giustizia. In totale, l’intera operazione dovrebbe costare oltre 200 milioni di franchi ed essere portata a termine in una quindicina di anni. Alla fine, nello stabile EFG troveranno posto le autorità giudicanti, mentre il palazzo di Giustizia ospiterà quelle inquirenti. Per garantire la piena occupazione degli edifici, infine, nella «cittadella della Giustizia» troveranno posto anche alcuni servizi amministrativi cittadini.

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