Tra specchi e cortecce: Zeno Filippini, buon sangue non mente

Un cognome che in Ticino dice molto, ma un percorso artistico che si muove in autonomia. Dal 4 aprile al 25 maggio, la Casa municipale di Bioggio ospita Naturalia – Riflessi del vero, mostra personale di Zeno Filippini, autore ticinese il cui lavoro si concentra sulla rappresentazione visiva della natura e dei suoi dettagli più minuti. L’iniziativa, curata da Ferruccio Frigerio e introdotta dal critico Riccardo Lisi in occasione del vernissage, è promossa dal Municipio e offre uno spaccato significativo sulla poetica dell’artista.
Zeno Filippini è nato in una famiglia in cui l’arte e la cultura sono da sempre di casa. Nipote dello scrittore e pittore Felice Filippini, figlio del violoncellista Rocco Filippini, fratello del fotografo Cosimo e figlioccio dello storico dell’architettura Howard Burns, recentemente scomparso, l’artista si inserisce in una linea familiare ricca di riferimenti, ma il suo lavoro si distingue per un approccio personale e riflessivo.
Le opere esposte si muovono attorno all’idea del riflesso, concetto presente già nel titolo della mostra. Si tratta di opere complesse, che ritraggono elementi naturali come tronchi, superfici acquatiche, pietre o cortecce, spesso colti nel momento in cui la luce li trasforma in immagini ambigue, quasi astratte. Il soggetto non è mai semplicemente ciò che si vede, ma anche ciò che si riflette o si nasconde. Questo gioco di rimandi tra visibile e invisibile costruisce un discorso visivo che si sviluppa senza retorica, lasciando spazio all’interpretazione del pubblico.

Filippini lavora da anni a una forma espressiva che intreccia osservazione naturalistica e sensibilità estetica. Nonostante la sua formazione non sia legata a un percorso accademico tradizionale nel campo dell’arte, ha saputo costruire una voce propria, riconoscibile, che si inserisce con discrezione ma decisione nel panorama culturale svizzero.
Naturalia – Riflessi del vero rappresenta una tappa significativa di questo percorso. Più che proporre una narrazione, l’esposizione invita a rallentare lo sguardo, ad accogliere l’imprevisto, a cercare nel dettaglio una chiave per comprendere una natura che non è sfondo, ma soggetto attivo. La mostra non cerca l’effetto né la celebrazione, ma propone un confronto silenzioso tra osservatore e immagine.
In un contesto locale spesso attraversato da tensioni tra cultura e istituzioni, l’iniziativa del Comune di Bioggio si distingue per sobrietà e coerenza. Offrire spazio all’arte in un edificio pubblico significa riconoscerle un valore civile, non solo estetico. E aprire una finestra sul lavoro di Zeno Filippini – schivo ma rigoroso – è un atto che va oltre la semplice esposizione: è una forma di dialogo con il territorio.
La mostra è visitabile fino al 25 maggio negli orari di apertura del municipio. L’ingresso è gratuito.