L'Oscar di Kieran Culkin, da «fratello di» ad attore di primissimo piano
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Era il favorito, non ha tradito le attese. Kieran Culkin ha vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista grazie alla sua (magistrale) interpretazione in A Real Pain. Salito sul palco per ritirare il premio, il fratello minore di Macaulay Culkin ha sfoderato un discorso, certo, diverso dal solito. Un discorso improntato sull'ironia e che sta facendo discutere (anche) per una parolaccia, prontamente censurata in diretta, uscitagli mentre parlava del collega Jeremy Strong, suo fratello nella seminale serie Succession nonché a sua volta candidato come miglior attore non protagonista con The Apprentice.
«Ho adorato il mio lavoro, recito da sempre» ha detto Culkin. «Devo ringraziare il mio manager che è lo stesso da trent'anni, c'è sempre stato». Quindi, la nota ironica: «Faccio l'attore da sempre ma non so come sono arrivato qui». Quindi, rivolgendosi al regista e co-protagonista Jesse Eisenberg, ha aggiunto: «Sei un genio, grazie per questo film. Non te lo direi mai in faccia e non te lo dirò mai più». Di Strong, invece, ha detto: «Jeremy, sei stato fantastico in The Apprentice. Adoro il tuo lavoro, è fottutamente fantastico», ha detto. Il «fottutamente» è stato censurato e Culkin si è accorto immediatamente di aver fatto una gaffe.
Le particolarità, chiamiamole così, di Culkin non finiscono qui. Sempre sul palco degli Oscar 2025, infatti, l'attore si è rivolto alla moglie Jazz Charton e le ha ricordato una promessa fatta un anno fa. Ovvero, che avrebbero fatto un quarto figlio se lui avesse vinto una statuetta. «Non sono più tornato sull'argomento fino a oggi. Non credeva che avrei vinto. Jazz, amore della mia vita, hai davvero poca fiducia in me. Mi dispiace di averlo fatto di nuovo, ma ora diamoci da fare con questi bambini. Che ne dici? Arriviamo a quattro no?».
Culkin, di per sé, è il motivo principale per cui – prima degli Oscar – si è parlato molto bene di A Real Pain. La sua interpretazione, prima della grande notte losangelina, gli aveva permesso di vincere praticamente tutti i riconoscimenti cinematografici più importanti: un Golden Globe, un BAFTA e un SAG Award. Cresciuto all'ombra del fratello, noto più che altro per il ruolo del cugino Fuller in Mamma, ho perso l'aereo, in realtà Kieran Culkin (42 anni) vanta una lunga, lunghissima carriera alle spalle anche se, è vero, è stato davvero «riconosciuto» per il suo talento negli ultimi cinque anni. La svolta, in questo senso, è arrivata con Succession, serie HBO fra le più apprezzate e acclamate degli ultimi decenni. Kieran Culkin si è smarcato dall'etichetta di «fratello di» sfruttando alcuni film di culto. Nei quali, come sottolinea fra gli altri il Post, ha interpretato una versione romanzata di se stesso. Anche in Succession, a ben vedere, ha mostrato al contempo irrequietezza e ironia. Anche in A Real Pain, tornando a Mamma, ho perso l'aereo, Culkin interpreta un cugino: i toni, tuttavia, sono decisamente differenti. Culkin ed Eisenberg, infatti, fanno un viaggio in Polonia per scoprire dove viveva la nonna durante l'Olocausto.
Classe 1982, Kieran Culkin è il quarto di sette figli. Non ha mai studiato recitazione, ma grazie al fratello ha goduto di una (certa) fama precoce. Detto del Fuller di Mamma, ho perso l'aereo, ha recitato in altri film: Il padre della sposa, Kiss Me e Le regole della casa del sidro. Detto che la svolta, definitiva, è arrivata con Succession, l'uscita dal cono d'ombra del fratello risale invece al 2002, con Igby. Quindi tanto teatro, un'interpretazione cult in Scott Pilgrim vs. the World e, dopo svariati ruoli, la consacrazione nei panni di Roman Roy, uno dei rampolli dell'impero mediatico fondato da Logan Roy (stiamo parlando di Succession). Un ruolo, questo, che gli è valso un Emmy e un Golden Globe come miglior attore protagonista in una serie drammatica. È stato proprio durante Succession, verso la fine della prima stagione, che Culkin – stando a una sua intervista del 2021 all'Hollywood Reporter – ha capito di voler fare l'attore: «Quando avevo tipo 36 anni e lo stavo già facendo da 30». Probabilmente, e inevitabilmente, la fama che travolse suo fratello da bambino ha sempre rappresentato un riferimento ma anche un peso.
A proposito di imperi, quello dei Culkin a suo tempo fece discutere e non poco. Fra gli anni Ottanta e Novanta, infatti, il padre Kit si reinventò come manager dei figli. Nel tentativo, lui che era un attore teatrale squattrinato, di reinserirsi nel settore ma, soprattutto, per controllare i loro affari. Le cose precipitarono al punto che, a 15 anni, Macaulay fece causa ai genitori. L'agente di Kieran, Emily Gerson Saines, citata sul palco durante la cerimonia, ha spiegato che «né Macaulay né Kieran scelsero di recitare. Fu in gran parte deciso per loro». Ancora nel 2023, in un'altra intervista a Esquire citata dal Post, Kieran Culkin ha ammesso: «Avevo una relazione poco sana con quello che facevo per lavoro. Volevo davvero farlo, ma non volevo avere successo». La fama? «Non è una cosa positiva. Sceglierei di sicuro la felicità personale al posto del successo, è ovvio. Se devo stare da schifo, qual è il punto?». Intanto, però, è arrivato un Oscar.