Il caso

«C'è un clima che non mi piace attorno all'ACB»

Bellinzona: il patron granata Pablo Bentancur si esprime sulla nota questione del campo in sintetico e sulla denuncia sporta nei suoi confronti da un collaboratore della Città - «Non l’ho afferrato per il volto: difenderò il mio nome in tutti i modi»
Pablo Bentancur. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
25.03.2025 06:00

«C’è un clima che non mi piace attorno all’Associazione calcio Bellinzona e alla mia persona. Non so se è perché arrivo da fuori o per altri motivi… Per il club sto dando tutto, meriterei maggiore riconoscenza». Sull’oramai famigerata questione del campo B in sintetico e sul battibecco della scorsa estate con un collaboratore della Città avvenuto sul campo C vuole dire la sua anche Pablo Bentancur, patron e consulente sportivo del club granata. Perché le due fattispecie sono legate. La squadra da inizio anno si è allenata prevalentemente sul primo rettangolo verde invece che sul secondo. E da lì è poi partito il botta e risposta con il Municipio, che venerdì scorso si è arricchito di un ulteriore capitolo, con la replica del comitato dell’ACB alla risposta dell’Esecutivo all’interrogazione di Rosalia Sansossio-Cippà (Avanti con Ticino&Lavoro-Più Donne-Il Noce).

Botta e risposta (quasi) infinito

Ma vediamo di fare un po’ d’ordine. Il 14 febbraio esce il nostro articolo che porta alla ribalta la vicenda. Secondo l’ACB il rettangolo verde in sintetico a ridosso dello stadio Comunale, realizzato nel 2019, «non è conforme» e pertanto dev’essere subito decretato «inagibile». Quale alternativa si chiede alla Città di poter utilizzare le infrastrutture di Gorduno. Cinque giorni dopo, il 19 febbraio, la società anonima invia una raccomandata a Marco Baroni, presidente della Commissione dei terreni da gioco per l’Associazione svizzera di football (ASF) e alla testa della Sezione impianti sportivi della Federazione ticinese di calcio (FTC), segnalando che la superficie «non sarebbe più omologata dal 2023». Ed evidenziando altresì che «fino ad oggi i nostri tesserati della prima squadra e del settore giovanile si sono allenati sul suddetto campo recandoci gravi problematiche di infortuni in alcuni casi anche gravi. Inoltre la rendiamo partecipe del fatto che sul campo in questione si sono disputate delle partite ufficiali del nostro settore giovanile e non solo».

L’ASF: «Era ed è omologato»

Qualche giorno prima Baroni aveva ricevuto dal Dicastero Sport «un primo report, redatto da SportsLabs, con l’obiettivo di valutare lo stato del manto sintetico e le eventuali criticità - si legge nella lettera che trasmette il 25 febbraio all’ACB SA -. L’analisi ha evidenziato alcune criticità; tuttavia ci preme sottolineare che il campo B è sempre stato considerato omologato, tant’è che né la Commissione terreni da gioco dell’ASF né quella della FTC sono mai intervenute per dichiararlo inagibile o proibirne l’uso per le gare ufficiali nel settore amatoriale. Poiché i valori rilevati nella prima verifica non risultavano pienamente conformi ai parametri attualmente in vigore, è stato richiesto un approfondimento che ha reso necessaria un’azione correttiva (manutenzione straordinaria) da parte della proprietà (la Città; n.d.r.) per garantire la conformità ai requisiti previsti». Un secondo report, datato 19 febbraio, specifica che i «valori sono stati adeguati e ora risultano conformi ai parametri richiesti. Alla luce di queste verifiche e del rispetto dei requisiti minimi previsti, confermiamo che il campo B in manto sintetico mantiene l’omologazione per lo svolgimento di partite ufficiali nel settore amatoriale».

«Una trentina di infortuni»

Quindi, secondo l’ASF e l’Esecutivo della capitale, su quel rettangolo verde si è sempre potuto giocare e pure allenarsi. Di tutt’altro avviso l’ACB, che sostiene che dal 2023 sino a fine febbraio 2025 l’infrastruttura «non era omologata». La società lamenta anche degli infortuni. «Esatto. Una trentina. E in cinque casi, tre difensori e due attaccanti, si è reso necessario un intervento chirurgico. Poi, lo so, non sta né al sottoscritto né al Municipio dire o non dire se sono stati provocati o meno dal campo. È un compito che spetta ad un giudice verificare se c’è un nesso di causalità», rileva Bentancur. L’ASF ha tuttavia puntualizzato che «non ci sono mai stati segnalati infortuni riconducibili alle condizioni del campo, né abbiamo avuto notizia di episodi simili attraverso i media».

La versione del presidente

Ed eccoci a quanto avvenuto il 30 luglio scorso al campo C, mentre la prima squadra si stava allenando. Sull’edizione del 18 marzo abbiamo anticipato le versioni, rese a verbale, delle parti. Un collaboratore della Città, ricordiamo, ha denunciato Pablo Bentancur per i reati di lesioni semplici, vie di fatto, diffamazione, calunnia e ingiuria. Nelle prossime settimane è prevista l’udienza di conciliazione chiesta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni in base all’articolo 316 del Codice di procedura penale. «I fatti si sono svolti come ha detto durante l’interrogatorio Brenno Martignoni Polti (presidente dell’ACB, sentito dagli inquirenti in qualità di persona informata sui fatti: era presente in occasione del litigio; n.d.r.). Vi sono altri testimoni che possono affermare la stessa cosa, penso ad esempio al nostro oramai ex allenatore Manuel Benavente (nel frattempo sollevato dall’incarico; n.d.r.)», precisa Bentancur. Ma cosa ha detto Martignoni Polti? Che il patron granata non ha afferrato con violenza il volto della presunta vittima e che ha proferito una sola frase sopra le righe e non più di una come sostiene il dipendente. Qualora la querela non venisse ritirata?, chiediamo. «Valuterò il da farsi per difendere il mio nome e quello dell’ACB».

Quell'accordo da trovare

«Non abbiamo ancora trovato l’accordo con la Città». È stato serafico il patron e consulente sportivo dell’ACB Pablo Bentancur quando, venerdì, gli abbiamo chiesto a che punto sono le trattative con il Municipio di Bellinzona e l’Ente Sport riguardo alla convenzione per l’utilizzo delle infrastrutture cittadine la prossima stagione. Una firma indispensabile, quella del club granata, per ottenere la licenza per giocare pure nel campionato 2025-2026 in Challenge League. Perché senza stadio Comunale, chiaramente, niente partite casalinghe. La Città - come ci ha spiegato il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli il 12 marzo - quello che doveva fare l’ha fatto.

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