Lugano

Rapina in centro città, c'è un sesto arresto

È stato estradato dall'Italia un cittadino di origine balcanica: il forte sospetto è che abbia preso parte all'azione criminale del 2 luglio scorso avvenuta in via Pessina
Stefano Lippmann
14.01.2025 13:37

Altro colpo messo a segno dagli inquirenti che indagano sulla rapina alla gioielleria Taleda andata in scena lo scorso luglio, in pieno giorno, in centro a Lugano. Il numero di persone finite dietro le sbarre è infatti salito a sei. Da noi interpellato, il Ministero pubblico ci ha confermato che settimana scorsa è arrivato in Ticino – in estradizione dall’Italia – un cittadino straniero di origine balcanica. L’uomo, va da sé, è sospettato d’aver preso parte all’azione criminale che, ricordiamo, era stata ostacolata dall’arrivo di due agenti di polizia in bicicletta. Durante le concitate fasi, riprese dai telefonini di passanti che si trovavano in via Pessina, erano stati esplosi anche dei colpi di pistola. L’inchiesta condotta dal procuratore pubblico Simone Barca dovrà ora definire quale ruolo e che responsabilità abbia avuto l’uomo nel compimento della rapina.

Come detto, il bilancio è salito a sei arrestati. Il quinto arrestato, giunto in Ticino ad ottobre, è un 49.enne cittadino austriaco. L'uomo – nei confronti del quale il procuratore pubblico aveva firmato un mandato di cattura internazionale – è stato fermato in Ungheria alla fine di settembre. Gli altri quattro arrestati – poco dopo la rapina – sono un 46.enne e un 34.enne, sedicenti cittadini croati residenti in Croazia, nonché un 34.enne e un 48.enne sedicenti cittadini serbi residenti in Serbia.

Quest’ultimo si ritiene essere l’elemento più pericoloso del gruppo, collegato ai Pink Panthers, che ha preso parte all’azione criminale. Mentre arraffava il bottino, secondo quanto emerso, aveva puntato l’arma carica contro un agente, dopodiché si era dato alla fuga per venir poco dopo intercettato e arrestato in zona Cattedrale.

Ed è anche per questo motivo che, a fine novembre, si è svolto un ulteriore sopralluogo degli inquirenti nella gioielleria. Sopralluogo disposto – ci aveva spiegato la Procura – nel contesto degli approfondimenti tecnico-scientifici per ricostruire la dinamica dei fatti. Una perizia, in sostanza, che mira a ricostruire cosa sia accaduto all’interno della gioielleria. In particolar modo, gli inquirenti stanno cercando di capire fino a che punto si sia spinto, con la pistola in mano al momento dell’intervento dei due agenti di polizia, il 48.enne.

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