La Los Angeles post apocalittica di Horizon Forbidden West: Burning Shores
Un mondo in rovina abitato da uomini che combattono con arco e frecce contro dinosauri robot. Sembra un filmaccio di serie B, ma è una delle migliori storie di fantascienza che abbiamo mai vissuto in un videogame. Parliamo del franchise inaugurato nel 2017 da Horizon Zero Dawn, in cui abbiamo incontrato la nostra eroina Aloy, capace di scassare e addirittura addomesticare ogni dinosauro robotico che incontra. Non solo, Aloy può anche interagire con i messaggi lasciati dai predecessori, gli umani che in un lontano passato compresero che la Terra era destinata ad essere devastata e che crearono una intelligenza artificiale in grado di riportare la vita sul nostro pianeta una volta finita l’apocalisse.
Dopo aver scongiurato la nuova estinzione dell’umanità nel primo capitolo, abbiamo guidato nuovamente Aloy in una seconda missione oltre i confini a ovest, in Forbidden West, che ci è piaciuto tanto quanto l’episodio originale se non di più. Ora arriva l’espansione Burning Shores, che aggiunge una nuova terra da esplorare e naturalmente nuovi avversari ancora più potenti, oltre il classico arcinemico completamente fuori di zucca (e forse un po’ troppo scontato e prevedibile).
Prima di tutto, segnaliamo la vera e rara particolarità di Burning Shores: quando viene pubblicata una espansione per un videogioco di successo, nel 99% dei casi i developer permettono al giocatore di godersi le novità anche se non ha completato il videogame base. Gli sviluppatori di Burning Shores sono l’eccezione, e hanno deciso di creare un’avventura per i soli veterani di Forbidden West. Per iniziare il viaggio dell’espansione, dovrete aver concluso quello del gioco base e segnatamente della missione “Singolarità”. Una scelta che consideriamo coraggiosa, perché limita l’accessibilità dell’espansione solo a chi ha completato la corposa e impegnativa avventura del gioco base.
Se avrete visto i titoli di coda di Forbidden West, potrete quindi partire alla volta di un nuova landa finora inesplorata dove un nuovo nemico vi attende con piani per niente pacifici. Arriverete nell’area dove sorgeva la metropoli di Los Angeles, ora ridotta a un mucchio di rovine a partire dall’iconica scritta “Hollywood” che domina la città. Qua incontrerete una tribù che ha rischiato di essere distrutta e che chiederà il vostro aiuto.
Poche le vere novità a livello di gameplay: nel gioco ci siamo goduti una verticalità più sottolineata rispetto ai precedenti episodi, che ci ha permesso di esplorare i cieli sopra Los Angeles sul dorso del nuovo robodinosauro Tuffoplano; altra piccola novità molto benvenuta, la presenza di una comprimaria per buona parte dell’avventura, che non solo ci ha aiutato nei combattimenti ma anche nella risoluzione di qualche enigma. Non è come giocare come un amico in carne e ossa, ma l’effetto “simil cooperativo” è più che lodevole.
Sulla trama non ci dilunghiamo per non incorrere in pericolosi e inutili spoiler: l’area da esplorare è circa un terzo rispetto a quella di Forbidden West ed è un po’ più povera di missioni e location interessanti. Offre comune circa dieci-dodici ore di avventure, magari non indimenticabili come nei due episodi precedenti ma comunque coinvolgenti e interessanti per i veterani della serie. Spiace un po’ che la trama non prosegua la storia principale di Forbidden West, il cui ultimo atto preannuncia l’arrivo di una nuova, temibile Intelligenza Artificiale, ma d’altra parte è lecito aspettarsi che questo sviluppo attesissimo sarà oggetto del terzo futuro episodio.
Gli americani dicono in questi casi “More of the same”: non ci sono stravolgimenti nella ricetta del gioco, né grandiose e rivoluzionari novità, ma nel caso di una espansione va bene così. Burning Shores aggiunge nuove avventure per ingannare la lunga attesa per le prossime gesta di Aloy, e lo fa con una grandiosità visiva e un impatto grafico che sono addirittura superiori al gioco base, con panorami sulla città degli angeli in totale rovina da lasciare davvero a bocca aperta. Merito forse della scelta di Sony di pubblicare questa espansione solo per PS5, laddove il gioco base esiste anche per la meno potente PS4. Aver disegnato un’espansione solo per l’ammiraglia Sony avrà permesso agli sviluppatori di spingere al massimo sulla qualità e quantità grafica, davvero ammirevole.
Burning Shores è tradotto completamente nella nostra lingua e ha un PEGI età consigliata 16+. Come abbiamo detto prima, richiede non solo il gioco base Horizon Forbidden West, ma anche di aver completato la missione principale, altrimenti non potrete nemmeno iniziare le nuove avventure. Il gioco è disponibile solo per PS5.