Che non sia solo un’amichevole

Scatta stasera da Dublino, contro un’Irlanda motivatissima, la campagna di avvicinamento agli Europei - GUARDA LE FOTO
Marcello Pelizzari
25.03.2016 00:18

DUBLINO (dal nostro inviato) - Tu chiamale, se vuoi, amichevoli. Nel calcio moderno però non esistono più. O meglio: anche senza i tre punti in palio, Vladimir Petkovic si aspetta una Svizzera protagonista e autoritaria. «Se entri in campo con l'atteggiamento sbagliato a Dublino, vieni travolto dall'avversario» ripete il selezionatore dei rossocrociati scrutando le verdi gradinate dell'Aviva Stadium. Vero, verissimo.

La partita di questa sera contro l'Irlanda è innanzitutto un test psicologico per gli elvetici. «Oggi e poi nell'amichevole con la Bosnia voglio vedere come reagisce la squadra di fronte alle diverse situazioni di gioco» ribadisce il commissario tecnico. Con l'avvicinarsi dell'Europeo, la Svizzera non può più nascondersi né fornire mezze prestazioni. È arrivato il momento di alzare il ritmo delle operazioni: la rassegna continentale di fatto è già cominciata e, lo abbiamo visto a livello di convocazioni, non aspetta nessuno. Il periodo degli esperimenti è terminato, d'ora in avanti «Vlado» dovrà tirare dritto con quanto ha a disposizione. E se caso fare di necessità virtù.

Il tempo mutevole di Dublino, con il sole che di tanto in tanto riesce ad inserirsi fra nuvoloni grigi carichi di pioggia, assomiglia alla nazionale rossocrociata. Nell'era Petkovic, come in quelle precedenti, questa squadra è stata capace del bello come del brutto. Ad esempio, a novembre dopo la sconcertante performance in Slovacchia ci fu la splendida reazione di Vienna, con l'1-2 rifilato all'Austria di Koller fino a quel momento ancora imbattuta. Il 3-2 rimediato a Trnava (ma attorno all'ora di gioco era un 3-0 per gli slovacchi) fece riaffiorare dissapori e spaccature all'interno dello spogliatoio, in particolare fra Lichtsteiner e i cosiddetti «secondos». Pochi giorni dopo, al Prater, la risposta fu incredibilmente compatta e unanime: la Svizzera è una soltanto.

La nazionale dovrà però confermare la sua unità questa sera, contro un avversario motivatissimo e tradizionalmente battagliero, dimostrando altresì di saper convivere con le difficoltà: dagli infortuni senza gravi conseguenze del citato Lichtsteiner e Shaqiri a quello di Drmic, out per la rassegna francese. Il concetto di gruppo viene spesso affrontato dai protagonisti della selezione, come quello di attaccamento alla maglia. Semplicemente, secondo Granit Xhaka «non avremmo potuto ottenere la qualificazione all'Euro se non fossimo uniti e non ci tenessimo a rappresentare il Paese».

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