Calcio

Torniamo con i piedi per terra e due titolari in meno

Esordio da incubo in Nations League per la Svizzera: a Copenhagen la Danimarca vince 2-0, sfruttando le espulsioni di Elvedi e Xhaka, assenti quindi domenica contro la Spagna – Il tecnico Murat Yakin: «Incomprensibili le scelte di arbitro e VAR»
©Mads Claus Rasmussen
Massimo Solari
05.09.2024 23:57

Avevamo preso l’ascensore, arrivando a sfiorare il paradiso. La caduta, considerata l’altezza vertiginosa raggiunta a Euro 2024, è dunque stata rovinosa. Ahia. Che male. Sì, la Svizzera è crollata all’esordio in Nations League, a Copenaghen, contro la Danimarca. Di più: oltre alla partita, la selezione rossocrociata ha perso pure la testa. Il finale del match disputato al Parken Stadium ha infatti visto i padroni di casa trovare due volte la via della rete, mentre la frustrazione assaliva viepiù gli uomini di Murat Yakin. La Nazionale ha chiuso la sfida addirittura in nove, con Xhaka che all’87’ ha visto rosso dopo un’ingenua, seconda ammonizione. 

L’ago della bilancia

A cambiare gli equilibri di una gara giocata sotto ritmo da entrambe le formazioni era però stata la prima espulsione. Protagonista del controverso episodio è stato Elvedi, tra i più attesi poiché chiamato a sostituire Schär. Ebbene, a inizio ripresa il difensore del Gladbach si è fatto sorprendere in velocità da Dolberg, abile a trasformare una sua trattenuta piuttosto vistosa al braccio dell’avversario in un fallo da ultimo uomo. Così, perlomeno, hanno stabilito l’arbitro Siebert e il VAR, mandando su tutte le furie - sul momento e a fine partita - lo staff tecnico svizzero e il responsabile delle squadre nazionali Pierluigi Tami. «Il direttore di gara è venuto negli spogliatoi per spiegarmi le sue ragioni e quelle del VAR» ha spiegato Murat Yakin ai microfoni della RSI al termine dell’incontro. «Ma si tratta di motivazioni e valutazioni che trovo incomprensibili. Il fallo ai danni di Elvedi era netto».

Embolo a terra, poi il caos

Sin lì in controllo, seppur poco entusiasmante e pericolosa, la Svizzera è di conseguenza stata costretta a contenere e soffrire. L’argine ha retto, ma solo sino all’82’, quando il neoentrato Dorgu ha sorpreso il debuttante Wütrich e soprattutto l’altro rossocrociato con i fari puntati addosso: Kobel. Peccato, perché il portiere del Borussia Dortmund in precedenza aveva compiuto alcuni interventi provvidenziali. Il vantaggio dei danesi, suggerivamo, ha fatto saltare i nervi agli ospiti. La rete, d’altronde, è nata con Embolo a terra, per un pestone rimediato qualche secondo prima in fase offensiva. Il giallo numero uno di Xhaka è emerso nel parapiglia che ha accompagnato i festeggiamenti di Dorgu. Il secondo, cinque minuti più tardi, per un fallo gratuito nel cuore del campo. Fresco di candidatura al Pallone d’Oro, il leader elvetico salterà dunque la sfida di domenica a Ginevra contro i campioni d’Europa della Spagna. E con lui Elvedi.

L’Europeo è già dimenticato

Il torneo in Germania, già. Per quanto si trattasse di un match d’inizio settembre e solo l’alba della competizione, l’Europeo con le sue bellezze sono svanite nel caos venutosi a creare a Copenaghen. No, in Danimarca la nazionale svizzera non riesce proprio a vincere. «Abbiamo affrontato una squadra organizzata molto bene sul piano difensivo» ha indicato Yakin. Per poi puntualizzare: «Ma sino all’espulsione di Nico a regnare era l’equilibrio. Gli spazi decisivi, i nostri avversari, li hanno trovati solo con l’uomo in più. Dobbiamo ad ogni modo accettare la sconfitta». Meno il nervosismo finale. «Ma siamo uomini e il calcio è fatto di emozioni, a maggior ragione quando la maggior parte delle decisioni arbitrali sono sfavorevoli» ha concluso Silvan Widmer.