Ticino

Caos al TPC, chiesta la costituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta

«La destituzione dei giudici Quadri e Verda Chiocchetti rappresenta un fatto grave, che costituisce un segnale non solo della crisi interna alla Magistratura, ma anche di quella politica che stanno attraversando il Ticino e le sue istituzioni» sottolineano i deputati MPS Sergi e Pronzini
© CdT / Chiara Zocchetti
Red. Online
09.01.2025 11:57

Si aggiunge un nuovo capitolo alla saga denominata «Caos al tribunale penale cantonale»: il Movimento per il socialismo, come aveva ventilato a metà dicembre, ha infatti chiesto ufficialmente la costituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta.

«La destituzione dei giudici Quadri e Verda Chiocchetti rappresenta un fatto grave, che costituisce un segnale non solo della crisi interna alla Magistratura, ma anche di quella politica che stanno attraversando il Ticino e le sue istituzioni», sottolineano Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi nel documento inoltrato al plenum del Gran Consiglio. «È evidente ormai da tempo che l’amministrazione della Giustizia ha vissuto e vive una crisi profonda» continua il documento. Emblematici di questa crisi della magistratura, secondo l'MPS, sono il sistema di nomina dei magistrati e le pressioni sull’organizzazione amministrativa delle strutture giudiziarie.

Pronzini e Sergi si concentrano quindi sulla decisione del Consiglio della Magistratura di destituire i giudici del Tribunale penale cantonale (TPC) Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Ricordiamo che i due giudici erano stati sollevati dal proprio incarico «per avere gravemente violato i loro doveri di magistrato denunciando per il reato di pornografia il presidente del Tribunale penale cantonale», Mauro Ermani. La querela nei confronti del collega, spiegava il Consiglio della Magistratura, «per un reato che sapevano non sussistere è inaccettabile e inconciliabile con la funzione di magistrato». Ora, secondo l'MPS questa decisione si colloca in un «contesto di intolleranza verso chi esprime posizioni “non allineate” o difende valori civili e diritti democratici all’interno delle istituzioni pubbliche». La decisione, continua il documento firmato da Sergi e Pronzini, «appare sproporzionata e legata al clima politico dominante».

Il movimento denuncia quindi il fatto che Quadri e Verda Chiocchetti «hanno pagato il prezzo della loro coerenza, avendo denunciato comportamenti inaccettabili all’interno della Magistratura. La loro colpa? Aver segnalato la condotta del giudice Ermani, noto per aver diffuso foto e messaggi inappropriati, comportamento che aveva già suscitato, da più parti, la richiesta di dimissioni».

Sergi e Pronzini sottolineando quindi come, a loro modo di vedere, i comportamenti «reiterati» del giudice Mauro Ermani sono l'«espressione di una cultura sessista che non può aver diritto di cittadinanza nella nostra società e ancora meno nell'amministrazione cantonale e peggio ancora da parte dei quadri dirigenti e giudici». Il modo di agire dell'ormai ex presidente del Tribunale penale va letto, a detta del partito, alla luce degli articoli 4 e 5 della Legge federale sul lavoro.

Fatte queste premesse, l'MPS ritiene perciò che «in questo contesto, l’unico rimedio, per chi intende difendere i diritti democratici, è garantire un’analisi trasparente e approfondita di questa crisi. È essenziale fare luce sui legami tra i fatti accaduti e gli aspetti relativi al funzionamento delle istituzioni, offrendo ai cittadini e alle cittadine una comunicazione chiara e trasparente». Sergi e Pronzini chiedono dunque l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta. Essa «dovrà chiarire in particolare se i/le dipendenti del Cantone attivi/e nell’ambito della Magistratura – in particolare quelli/e coinvolti/e nelle vicende che sono all’origine della destituzione dei due giudici – e la cui responsabilità gestionale è regolata all’art. 1c della LORD – hanno potuto beneficiare dell’applicazione degli articoli 1c, 17, 21 e 23 della LORD, se tali articoli sono stati applicati correttamente e, in particolare, s è stata garantita parità di trattamento rispetto agli altri funzionari del Cantone». La commissione parlamentare d'inchiesta dovrà quindi verificare quale sia stato il ruolo dell’amministrazione cantonale responsabile di riferimento (dipartimento delle Istituzioni) nel vegliare a che la Direttiva del Consiglio di Stato concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni all’interno dell’Amministrazione del 9 giugno 2021 e il Rapporto finale della commissione della gestione e finanze in merito all'audit esterno sul caso dell'ex funzionario del DSS siano stati tenuti nella giusta considerazione nell’analisi delle vicende e che le strutture competenti dell’amministrazione fossero adeguatamente informate. La CPI dovrà infine «verificare se nelle vicende in questione che hanno travagliato il TPC sia stato rispetto l’art.17 della LORD».

Riguardo alla forma che dovrebbe avere la commissione parlamentare d'inchiesta, l'MPS spiega che essa «sarà composta da almeno un/a deputato/a di ognuna delle liste rappresentate in Gran Consiglio».

Correlati
Mauro Ermani si è dimesso
Ne dà notizia, tramite una nota, il suo avvocato Luigi Mattei: alla base della decisione motivi di salute – «Si tratta di una scelta radicale e definitiva, fatta per il bene del Tribunale medesimo»
Dimissioni di Ermani, la procedura disciplinare è sospesa
Il presidente del Tribunale penale ha motivato la decisione con problemi di salute – Il legale Luigi Mattei: «Scelta radicale e definitiva per il bene della Giustizia» – Damiano Stefani: «Il dossier a suo carico ora decade» – Norman Gobbi: «L’operatività è comunque garantita»