Il caso

Almeno altri 3.000 impieghi entro il 2035

Seppure confrontata alla necessità di contenere le spese, Bellinzona guarda con fiducia ai prossimi 10-15 anni: quando i progetti strategici daranno risultati concreti lo sviluppo socioeconomico sarà assicurato - Il Municipio: «Occorre continuare a dialogare con il territorio, ma non solo»
Una veduta della capitale. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
Irene Solari
13.12.2024 06:00

Il Municipio è convinto della «necessità di estendere la capacità della Città di dialogare in ambito economico con il proprio territorio, creando ulteriori occasioni di contatto con realtà imprenditoriali esistenti e nuove. Su questo fronte resta importante il ruolo» che Bellinzona può e deve «costantemente svolgere per raccogliere stimoli provenienti dal ‘terreno’, per individuare possibilità di sinergie e collaborazione che permettano di aiutare l’economia locale a crescere», si legge a pagina 24 del Preventivo per l’anno alle porte che stima un disavanzo di 13,8 milioni di franchi con moltiplicatore d’imposta stabile al 93%. Dall’aggregazione, del 2017, nella Turrita sono stati creati più di 3.100 posti di lavoro (cfr. il CdT del 21 agosto scorso). Ed altrettanti - secondo i nostri calcoli, attingendo dai vari documenti programmatici - ne potrebbero arrivare nei prossimi 2-3 lustri.

Le Officine fra passato e futuro

Snoccioliamo solo alcune cifre, facendo degli esempi: 400 impieghi e 500 residenti nell’innovativo comparto che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS; oltre 300 nuovi occupati e 400 abitanti nel quartiere che sorgerà a Giubiasco, alle Ferriere Cattaneo; un centinaio, sempre nel Borgo, nella riconversione degli edifici dell’Agricola Ticinese a ridosso della stazione; ben 1.500 addetti all’ospedale alla Saleggina, di cui tanto si sta discutendo nelle ultime settimane relativamente agli aspetti pianificatori (cfr. il CdT di lunedì e martedì); altri ricercatori sbarcheranno all’ombra della Fortezza grazie all’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) e nel moderno complesso dell’Istituto oncologico di ricerca (IOR), come abbiamo riferito sull’edizione di mercoledì.

Potenzialmente, pertanto, si possono immaginare almeno altri 2.500-3.000 posti di lavoro entro il 2035. Aggiungiamoci, ovviamente, le centinaia di milioni di franchi che genereranno per il territorio queste opere nonché il fermento edilizio già in atto che non potrà che consolidarsi. Non dimenticando, infine, che il Bellinzonese è la regione in Ticino che più di altre ha saputo cogliere le opportunità generate da AlpTransit.

I due «tavoli» settoriali

Per avere la situazione sempre sott’occhio la Città ha optato per i cosiddetti «Tavoli di dialogo». Due quelli in essere: il primo nell’ambito della ristorazione e dei commerci, il secondo relativamente all’industria e all’artigianato. L’obiettivo è quello di unire sensazioni ed input alla viva voce degli attori sul campo. Un impegno, quello dell’Esecutivo della Turrita, che «si concretizza anche con regolari contatti con le altre realtà istituzionali cantonali e con le entità attive regionalmente, a livello cantonale o sul piano nazionale a favore dell’economia».

Fondamentale è lo scambio di informazioni con, ad esempio, l’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino, l’Ente regionale per lo sviluppo, la Camera di commercio, la Fondazione Agire e IFJ Support. «Gli ottimi contatti con l’amministrazione cantonale permettono inoltre solidi punti d’appoggio per creare le giuste connessioni e raccolta d’informazioni a favore degli imprenditori che sollevano tematiche di interesse generale», si puntualizza nel preventivo 2025. Da una parte, dunque, l’importanza di intrattenere dei rapporti proficui con il mondo economico, dall’altra l’attenzione alle sfide che attendono la capitale.

Il gettito fiscale cresce... piano

Che sono legate prevalentemente ai progetti strategici che ne assicureranno lo sviluppo entro il 2040. Sono quelli già noti. A partire dal quartiere alle Officine FFS che si trasformerà in una «cittadella dell’innovazione» passando per il moderno stabilimento industriale ferroviario che verrà messo in esercizio nel luglio 2028 a Castione. E poi la valorizzazione da 24 milioni di franchi della Fortezza, il terzo binario in piazza Indipendenza, l’ospedale alla Saleggina da 380 milioni e così via.

Cantieri che, si spera, porteranno nuovi insediamenti e quindi nuovi contribuenti. Il gettito fiscale preconizzato per il 2025 è pari a 104,1 milioni (-2,4 milioni rispetto alla stima dell’anno precedente), oltre l’80% rappresentato dalle persone fisiche. Sia quello di queste ultime sia quello delle persone giuridiche dovrebbero crescere leggermente fino al 2028.

Valore aggiunto di 80 milioni

In fatto di ricavi fiscali, ci si aspetta a medio-lungo termine un impulso fondamentale dal polo biomedico. Dagli istituti di ricerca, dalle aziende e dalle start-up attive nel settore. Si tratta infatti di un ambito sul quale la Città punta molto. Un ramo vivo e fiorente capace di generare per Bellinzona e il suo agglomerato un valore aggiunto di 80 milioni. Più di un posto di lavoro su 100 già oggi è nelle scienze della vita.

Cifre che avevamo anticipato il 22 novembre 2023, poi confermate dallo studio condotto dall’istituto BAK Economics: il valore aggiunto è superiore di una volta e mezzo rispetto alla produttività media economica della Turrita. Sempre secondo questi dati, il settore dominante è quello della biotecnologia. Che, nel 2020, rappresentava già due terzi del valore aggiunto prodotto e dei posti di lavoro.

Eccellenze e competenze

Il polo biomedico impiega quasi mezzo migliaio di persone, tra ricercatori e dottorandi, con una tendenza volta alla crescita. Nel corso degli ultimi anni l’IRB ha condotto diversi progetti allineandosi a standard internazionali sempre più elevati, attirando e coinvolgendo ricercatori da ogni parte del mondo. Ad esempio sviluppando una nuova collaborazione per lo studio delle malattie infettive con l’Università Rockefeller di New York, ma anche consolidando la propria missione grazie alla pubblicazione di importanti articoli scientifici e offrendo la possibilità ai dottorandi di difendere la tesi e di laurearsi.

Non solo. Spicca anche, nel variegato team dell’istituto, la presenza di specialisti ed esperti internazionali provenienti da prestigiose istituzioni. Citiamo le università di Harvard, Cambridge ed il King’s College London, ma pure l’ETH di Zurigo ed il San Raffaele di Milano. Professionisti che giungono nella Turrita per dedicarsi a nuovi studi sui meccanismi tumorali, sull’immunologia e sulle malattie infettive.

Necessità di spazi

La voglia di attirare un numero maggiore di collaboratori e una sempre più grande attrattiva del settore si riflettono anche sull’accresciuta necessità di spazi. Come detto in precedenza, ecco quindi il nuovo edificio dello IOR dedicato alla ricerca scientifica. Un cantiere da 50 milioni, opera di uno studio zurighese, che prevede la costruzione di un istituto grande quanto quello attuale dell’IRB (inaugurato nel 2021) che andrà a completare ed integrare. Vi troveranno spazio 12 nuovi laboratori ed una quindicina di aule per riunioni e attività di formazione universitaria. Ad arricchire lo stabile diversi spazi esterni ed un auditorio da 250 posti a sedere che sarà a disposizione pure della Città, come da accordi presi fra le parti.

La moderna casa dello IOR

In un ventennio la ricerca ha fatto passi da gigante. E fatto emergere, a volte, anche le carenze strutturali. «La necessità di un nuovo edificio di ricerca era sorta un anno fa per rispondere alle limitazioni di spazio nello stabile attuale», evidenzia la Fondazione dello IOR. Negli ultimi anni sia quest’ultimo istituto sia l’IRB hanno registrato una notevole crescita, tanto che già oggi alcuni dei quasi 300 ricercatori non trovano più spazio in questa struttura e sono stati trasferiti in uno stabile nelle vicinanze. A medio termine - e ciò vale altresì per i laboratori di ricerca traslazionale dell’Ente ospedaliero cantonale - è praticamente certa un’ulteriore espansione.

Nel 2025 si concluderà inoltre la trasformazione del quarto piano dello stabile Fabrizia in via Vela, dove troverà casa il centro di competenze nelle Life Sciences in attesa di trasferirsi nel futuro quartiere alle Officine. Un comparto, quest’ultimo, che avrà quale fiore all’occhiello il Parco dell’innovazione e la sede del Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI nonché altri spazi per la ricerca; dovrebbe essere pronto per il 2029-2030. Insomma, il polo biomedico turrito è in continua e costante evoluzione; in prospettiva non potrà che attirare sempre più ricercatori e creare nuovi posti di lavoro. È quello che spera (pure) il Municipio.

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