Aeroporto da militare a civile? Spunta un ricorso

«Il cambiamento d’uso dell’aeroporto da militare a civile e per la licenza edilizia del nuovo hangar per elicotteri è tuttora sospeso dal ricorso civile al Tribunale amministrativo federale (TAF)». Come appreso dal Corriere del Ticino è con questa nota a pagina 5 dei conti e dell’attività 2024 del Parco multifunzionale Ambrì Piotta (PMAP) appena trasmessi al Legislativo di Quinto - che li discuterà nella seduta del 31 marzo, l’ultima nella storia dell’ente locale, aggregatosi come noto con Prato Leventina: le prime elezioni si terranno il 6 aprile - che il Consiglio di amministrazione presieduto da Paolo Rossetti rende noto di avere ancora... le ali tarpate.
E lo stesso vale per quelle del Municipio, che ha istituito l’ente autonomo di diritto comunale nel 2008, che il 3 febbraio 2021 aveva presentato all’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) la relativa domanda per trasformare lo scalo.
«Per i giudici è una priorità»
Come precisava lo stesso UFAC il 5 settembre 2023 approvando i piani, «il cambiamento d’uso dell’ex campo di aviazione militare di Ambrì in un campo di aviazione civile richiede il rilascio di un’autorizzazione d’esercizio, l’approvazione di un nuovo regolamento d’esercizio, sostitutivo di quello del 10 febbraio 2010, e la conversione delle costruzioni e degli impianti esistenti tramite un’approvazione dei piani. Unitamente a detta conversione si procede alla determinazione dell’inquinamento fonico ammesso e alla fissazione delle misure di compensazione ecologica da realizzare».
Una decisione, quella del competente ufficio responsabile dell’evoluzione nel settore aeronautico e della sorveglianza sull’aviazione civile in Svizzera, contestata appunto da un ricorso inoltrato da un residente. Dal tribunale di San Gallo - puntualizzano i vertici del Parco multifunzionale nella documentazione al vaglio del plenum di Quinto - «ci hanno comunicato che la questione resta per loro prioritaria, ma non si esprimono ancora sui tempi d’evasione. Per il momento quindi resta in sospeso anche la realizzazione della nuova elibase» per elicotteri civili dell’Heli Rezia.
La procedura di conversione
Impossibile, come visto, stabilire quando la seconda istanza giudiziaria del Paese si esprimerà. È già passato oltre un anno e mezzo dalla comunicazione ufficiale dell’UFAC. E ben 31 anni da quando l’aerodromo è utilizzato per scopi civili. Nel 2006 il Comune di Quinto aveva acquistato i terreni dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, ad eccezione dell’hangar 3 e dei prati di proprietà di vari agricoltori che erano stati rilevati nel 2019.
Per poter continuare come ora (ad occuparsi della gestione dello scalo sarà sempre il PMAP) è indispensabile una procedura di conversione sulla base del Piano settoriale delle infrastrutture aeronautiche e della Legge federale sulla navigazione aerea. L’iter è coordinato con quello relativo al cambiamento d’uso. Ecco spiegato perché la censura blocca entrambi.
I movimenti annui sono 6 mila
Il potenziale dell’aerodromo leventinese è di 6 mila movimenti annui di volo motore; un numero che non implica «l’obbligo di effettuare un esame di impatto ambientale», osservano i funzionari di Berna. La pista è lunga 1.120 metri. Secondo l’UFAC ogni progetto dovrà «integrarsi nella pianificazione regionale e locale, tenuto conto degli interessi della popolazione e dell’economia».
Quanto presentato, ricordiamo, è conforme alla pianificazione locale e cantonale: «L’attuale base per elicotteri si trova fuori dal perimetro d’aerodromo. Il nuovo hangar della Heli Rezia risponde all’esigenza di spostare la base per elicotteri all’interno del perimetro aeroportuale. Esso sarà adibito ad uso uffici e stazionamento di elicotteri civili».
Dalla Ritom SA alla galleria
Dal rapporto emerge inoltre che un terreno di 17.500 metri quadrati (in uso ora alla Ritom SA) verrà utilizzato dall’Ufficio federale delle strade quale deposito «provvisorio» di materiale inerte proveniente dallo scavo del secondo tubo della galleria autostradale del San Gottardo. Materiale che nel 2035 servirà per il «riempimento della superficie tra Airolo e la partenza della funivia», mentre il sedime verrà rinaturato dall’USTRA.