Malcantone

La Croce Rossa ha acquistato il centro al Suu di Bombinasco

Concluse le trattative con le suore solettesi: l’edificio è ora della Sezione Sottoceneri e ospiterà una quindicina di minorenni non accompagnati – Banchini Fersini: «Ha un grande potenziale per i progetti educativi»
© CdT/Chiara Zocchetti

Il Centro Al Suu di Bombinasco è stato ufficialmente acquistato dalla Croce Rossa. A confermarlo al Corriere del Ticino è la direttrice Debora Banchini Fersini «Nei prossimi giorni inizieremo la riorganizzazione degli spazi, per poter accogliere nel Foyer una quindicina di minori non accompagnati. In seguito, il loro numero potrà crescere, ma serve capire se e quali interventi sono da attuare per garantire a tutti gli ospiti un’accoglienza idonea. Siamo particolarmente soddisfatti di poter avere un luogo come l’ex Centro Al Suu, che ha un grande potenziale sia sotto il profilo degli spazi a disposizione sia per i progetti educativi che potremo attuare».

Ecco dunque svelato il futuro dell’immobile – che fino al giugno di un anno fa ospitava una decina di adulti con disagio psichico ma aveva dovuto chiudere a causa di difficoltà finanziarie. Dopo la chiusura, sia la Croce Rossa sia un’associazione che intendeva promuovere un progetto per giovani con difficoltà psicosociali avevano avviato delle trattative con le proprietarie dello stabile, le suore della Seraphisches Liebeswerk di Soletta, le quali avevano da subito privilegato il piano proposto dalla Croce Rossa.

Un tema anche politico

La questione era approdata anche sui banchi della politica cantonale: in una mozione presentata dal deputato del Centro (ed ex sindaco di Alto Malcantone) Giovanni Berardi e in un’interrogazione del deputato dell’UDC Tiziano Galeazi, era infatti stato chiesto al cantone di acquistare lo stabile per insediarvi, ad esempio, l’Unità di cura pedopsichiatrica per minorenni. Il il 7 agosto scorso ilGoverno aveva però risposto picche.

Le rassicurazioni del Governo

A preoccupare Berardi e Galeazzi, lo ricordiamo, erano state le incertezze riguardo l’accettazione da parte della popolazione locale di una struttura per migranti. Dal canto suo, il Governo aveva precisato che «l’eventuale apertura non comporterebbe un aumento del numero di richiedenti l’asilo in Ticino ma unicamente una ridistribuzione di persone afferenti al settore dell’asilo già presenti sul territorio cantonale». Quanto agli «inevitabili problemi di ordine pubblico e sicurezza» (timore espresso dal deputato democentrista) legati a tale struttura, il Consiglio di Stato li aveva negati con decisione: «Le strutture destinate all’alloggio di minorenni in protezione non generano particolari problematiche di questo tipo». Dal canto suo, anche la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, cui era stato trasmesso il dossier, aveva preavvisato negativamente la proposta della mozione di acquistare il Centro Al Suu.

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